Duecento anni dalla nascita di César Franck, un valido motivo per celebrarne la figura e l'opera. Ci pensa la Fondazione Bru Zane di Venezia.
Per un persistente equivoco storico, la figura di César Franck (Liegi 1822 – Parigi 1890) rimane per la maggioranza dei musicofili quella di un organista e compositore rigoroso e severo, indifferente alle mode, immerso in un'aura di religioso misticismo.
Per i più, un musicista dedito alla scrittura di composizioni esclusivamente strumentali, pervase di un certo intellettualismo e di difficile ascolto.
Tutto falso. In realtà, questa immagine un po' distorta ci è stata tramandata in gran parte dai suoi numerosi ed adoranti allievi – fra cui D'Indy, Chausson, Duparc, Tournemire – ed è stata tenuta viva dalla costante presenza nel repertorio concertistico solamente di una minima parte della sua produzione: la Sinfonia in re minore, le Variazioni sinfoniche per piano e orchestra, la Sonata per violino e pianoforte, il Quartetto per archi ed il Quintetto con pianoforte, il Prélude, choral et fugue pour piano, nonché di talune magistrali composizioni per organo quali i Trois Chorals, la Piéce hèroïque, la Grand Pièce symphonique.
Un catalogo in gran parte da riscoprire
In realtà César Franck scrisse molto di più, muovendosi in più direzioni. E in particolare dedicò alla voce, in un modo o in un altro, quasi la metà del centinaio di composizioni che ci ha lasciato: cinque oratori (fra cui Rédemption e lo smisurato Les Béatitudes), una Messe solennelle, tre melodrammi ed un'opera buffa – lavori oggi del tutto dimenticati - oltre a numerose mèlodies. duetti, mottetti e cantate.
C'è molto da riscoprire nel suo repertorio, dunque, e la Fondazione Palazzetto Bru Zane di Venezia si sta adoperando in tal senso, cogliendo l'occasione del bicentenario dalla su nascita per promuovere varie iniziative di rilevo. In coproduzione con l'Orchestre Philharmonique Royal de Liège ed il Théâtre des Champs-Élysée, e in collaborazione con l’Opéra Royal de Wallonie, a maggio in quel di Liegi, Namur e Parigi tornerà alla luce l'opera postuma Hulda, mai più eseguita dopo il 1894, che sarà registrata per la collana “Opéra français”.
Ed è prevista a breve, sotto i suoi auspici, la pubblicazione in CD di due integrali: quella delle composizioni da camera, e quella di mélodies e duos per voce e piano. In più, la PBZ ha organizzato ben tre Festival Franck: a Montéreal in Canada, a Parigi e naturalmente a Venezia.
Oltre Franck, interessanti figure femminili
Seguendo un consolidato criterio, peraltro, nei sette concerti veneziani messi dal 2 aprile al 27 maggio nel cartellone de L'universo di César Franck – sei al Palazzetto, uno nella vicina Scuola di S. Giovanni Evangelista – accanto a composizioni del compositore franco-belga si potranno ascoltare quelle di musicisti a lui vicini, temporalmente o spiritualmente, quali Vincent d'Indy ed Alexis de Castillon, già suoi allievi.
Salta all'occhio però la quantità di nomi femminili, tutti rappresentativi del panorama parigino a cavallo fra Otto e Novecento; per recuperare forse almeno in parte una rassegna prevista – “La rivelazione delle compositrici” - mai decollata a causa della pandemia. E così ecco, accanto a César Franck, musiciste di sicuro valore come Cécile Chaminade, Rita Strohl, Mel Bonis, Marie Jaëll, Lili e Nadia Boulanger, Henriette Renié.
Ad eseguirle il trio formato da Anna Egholm/ Ari Evan/ Frank Braley, il Quatuor Hanson, il baritono Tassis Christoyannis con Jeff Cohen al piano, gli Strumentisti dell'Accademia Teatro alla Scala, il duo Victor Julien-Laferriére al cello e Théo Fouchenneret al piano, il duo Maria e Nathalia Milstein, il pianista Nathanaël Gouin.
Il programma completo lo trovate qui.