Il conto alla rovescia soprattutto per le sue fan, che oltre a guardarlo potranno anche leggerlo, è quasi terminato:oggi esce in Italia il primo libro di Hugh Laurie, o meglio il dottor House, Il venditore di Armi, edito da Marsilio. Un opera prima che ricorda molto il grande Sir Pelham Grenville Wodehouse (suoi i racconti di Jeeves e del Castello di Blandings) per l’ottimo mix fra suspence e umorismo classicamente british. In realtà Hugh Laurie il libro l’ha scritto più di qualche anno fa (a settembre uscirà il suo secondo lavoro, ’The Paper Soldier’), prima che il fenomeno House esplodesse: così, grazie alla straordinaria popolarità del personaggio, Marsilio ha visto profilarsi il colpaccio editoriale, battendo sul tempo gli altri editori che tentavano di accaparrarsi il prezioso volumetto, con la speranza anche di riuscire a portare in Italia anche l’autore magari per un tour promozionale.
Il quasi cinquantenne attore inglese, formatosi a Cambridge, figlio di un celebre canottiere, guarda caso anche lui medico ma non certo alla House, racconta la storia di un James Bond pasticcione e dal cuore tenero, ma soprattutto ne approfitta per prendere bonariamente in giro i suoi compatrioti, ironizzando su quelle abitudini tipicamente inglesi e quei comportamenti entrati ormai nella leggenda di un popolo davvero particolare.
E così Hugh, ad esempio, scrive: «Nonostante grandi cartelli proclamassero che tutte le installazioni del ministero della Difesa erano in stato d’allerta Bikini Ambra, le guardie all’ingresso ci lasciarono passare con poco più di un’occhiata. Le guardie di sicurezza britanniche, ho notato, lo fanno sempre, a meno che uno non lavori nel palazzo che sorvegliano, nel qual caso controlleranno tutto, dalle otturazioni dentali ai risvolti dei calzoni, per vedere se sei la stessa persona che un quarto d’ora prima è uscita a prendere un sandwich. Ma, se sei una faccia sconosciuta, ti fanno subito entrare perchè, francamente, sarebbe troppo imbarazzante crearti fastidi. Se volete un posto ben sorvegliato, assumete dei tedeschi».
La vicenda è incalzante, il protagonista divertente, e si trova molto di Hugh Laurie che, sia nella vita reale che in quella per fiction di House, ama le motociclette: Thomas Lang, il suo personaggio, è un ex militante diventato mercenario, senza e un soldo e cronicamente single, uno che non ha niente da perdere tranne il cuore e la Kawasaki ZZR 1100 appunto. Thomas però ha ancora dei principi e così quando gli offrono centomila dollari per assassinare un industriale americano rifiuta sdegnato e decide di avvertirlo del pericolo che corre. Una buona azione che però si rivela una pessima mossa: da quel momento Lang viene risucchiato in un vortice di menzogne, corruzione e violenza. Costretto a spaccare teste con una statuetta di Budda, a vedersela con miliardari malvagi, a mettere la sua vita nelle mani di una serie di femmes assai fatali, districandosi fra il governo inglese, agenti della Cia, aspiranti terroristi e trafficanti d’armi, cercherà di salvare la donna di cui si è innamorato e di evitare un bagno di sangue su vasta scala.