Grimilde? No, Biancaneve!

Grimilde? No, Biancaneve!

Quella che è, a nostro avviso la donna più interessante dell’intrattenimento italiano, ossia Alba Parietti, qualche domenica fa, preceduta da un invero modesto battage pubblicitario, è tornata a condurre su Italia Uno
Numero zero del programma (il che significa che se va bene proseguirà in autunno, e sennò kaputt. È la legge feroce del mercato).

Titolo: Grimilde.
Idea: rifare “Le invasioni barbariche” – interviste cult di nicchia sul “la Sette”, conduttrice la finto “basso profilo” Daria Bignardi – con un taglio più glam e la dichiarata (nel titolo) volontà di essere perfida. Proprio come la splendida ed inquietante matrigna di Biancaneve.

In effetti nelle interviste che avevano preceduto il giorno fatidico la Parietti aveva dichiarato di sentirsi molto più affine a Grimilde che non a Biancaneve, aggiungendo qualcosa del tipo: “Chi non ha mai desiderato di esserlo?”, perché, ammettiamolo, la regina cattiva ha un ovale incantevole, sopracciglia come solo Liz Taylor nel suo fulgore, e una cagoule (la cuffia con il sottogola) molto più chic dei grembiulini sventati di Biancaneve.

A farle da coro zuzzurellone e suggeritori un gruppo alquanto variegato di giornalisti, autori, grandisorelline.
Vittime sacrificali della presunta ferocia di Alba alcune tipe davvero toste, come le due Marchi, madre e figlia, separatamente, Katia Ricciarelli, la donna più rifatta del mondo, Sophie- tempo-delle-mele-Marceau.

La Parietti era in inappuntabile divisa da “intervistatrice seria”, con jeans e camicia bianca, niente accavalli, e indossava anche un’emozione che pareva autentica.
Non v’è dubbio che si tratti di una donna intelligente, curiosa e probabilmente anche colta.

Quello che, purtroppo, ci pare le abbia fatto un pessimo servizio è la sensibilità.
Alba ha inequivocabilmente dimostrato di avere un cuore.
E non basta davvero l’ovale privo di difetti e l’occhio stregante per essere Grimilde.
Il ferro del mestiere di una regina cattiva è l’assoluta, totale, definitiva, inappellabile mancanza di qualunque empatia nei confronti delle proprie vittime.
E qui è cascato l’asino.

La nostra, infatti, ha fatto credere, per anni, di essere una strega. Ma solo perché portatrice sana di materia grigia. E perché la mettevano sempre nella condizione di ribattere a provocazioni più o meno vigliacche o insensate. Accavallando chilometri di gambe, sempre eccessiva nell’abbigliamento come una regina di Bisanzio, e con la battuta pronta, poteva anche spacciarsi per “bad girl”.
Quando, però, si è trovata faccia a faccia con un’altra donna, e soprattutto con donne che hanno sofferto, anche se per motivi che lei non ha mai (onore al merito!) pesato usando la morale corrente, Parietti è stata solo Alba.
Occhi negli occhi persino con Marchi senior ed junior si capiva che arrivava senza filtri, naturalmente, a condividerne il dolore. Quello della solitudine, del rifiuto, di infanzie difficili, di tutto quello che ci può essere di mai dichiarato da parte di un’altra “bad girl”, ma che non per questo fa meno male.

Stesso discorso per Katia Ricciarelli, che ha intervistato con il candore di un’autentica fan e il calore di una vera donna. Così la tigre del reality si è squagliata al calor verde degli occhi di Alba…e il sangue che probabilmente gli autori avrebbero voluto veder scorrere non è sgorgato.
Nemmeno una stilla.

Alba Parietti ha dimostrato qualcosa di drammaticamente anti-televisivo: voleva capire chi aveva di fronte. Non stava facendo spettacolo. Si è messa allo stesso livello della “vittima”. Due donne a parlare di vita, con il linguaggio per iniziati di chi nella vita ha masticato filo spinato e riconosce i propri simili.

E quando non si trattava di empatia si è trattato di simpatia. Perché con la modella brasiliana alta dieci centimetri più di lei e con vent’anni di meno, ma un dimante di quattro carati in più, l’aspirante strega si è lanciata in un profluvio di apprezzamenti che parevano davvero sinceri, ed ha persino voluto provarsi l’anello, come una Biancaneve qualsiasi.
A questo punto ci dispiacerebbe se il programma venisse sospeso per eccesso di bontà.

Ci spiacerebbe ugualmente, però, se proseguisse stravolgendo la natura della conduttrice.
Proporremmo di passarlo in seconda serata, quando il popolo del “panem et circenses” è a nanna, e i nottambuli di qualità si meritano una Morgana capace di far credere che esistano donne belle, intelligenti e anche buone!