Un viaggio in quattro tappe nell'affascinante mondo dell'operetta, grazie a una produzione Golden Show (Trieste), con la Nuova Compagnia Sandro Massimini e Katia Ricciarelli come guida d'eccezione.
«Un mondo assurdamente amato e assurdamente perduto»
quello dell'operetta, secondo Lorenzo Arruga; un mondo in cui
«c'è tutto, come al cinema, come nel melodramma, tutto presente: e tutto da non crederci».
Data per morta più volte, più volte risuscitata – un terzetto di titoli almeno, Orfeo all'Inferno, La vedova allegra e Il pipistrello si sono ormai stabilmente insediati nel repertorio dei teatri di tutto il mondo – la “piccola lirica” mantiene comunque un suo fedele seguito di appassionati, i quali benché vedovi sconsolati del Festival dell'Operetta triestino - prestigioso appuntamento che per decenni li ha radunati nel capoluogo giuliano - nondimeno possono contare su qualche buona compagnia di giro, e su qualche iniziativa più coraggiosa delle altre.
Come è il caso di questo Viaggio nell'operetta in quattro parti – perché composto da quattro altrettanti spettacoli intitolati rispettivamente “L'operetta e Vienna”, “L'operetta e Budapest”, “L'operetta e Parigi-Londra”, “L'operetta e Roma” - che è stato curato da Gianni Gori e Alessandro Gileri, e che prende il via il 7 gennaio dal Teatro Boni di Acquapendente per poi raggiungere sino ad aprile 2017, in varie tappe e in varie date, tre sale romane (il Teatro delle Muse, il Teatro Tor Bella Monaca, il Teatro Marconi) e quindi approdare al Teatro Bobbio di Trieste.
Attraverso interpreti già noti che rispondono ai nomi di Andrea Binetti – uno dei più brillanti interpreti del genere – e della bravissima soubrette Marzia Postogna e di tre giovani promesse (Nicola Malagnini, Antonella Profera ed Enrica Musto), con il pianoforte di Diego Moccia e con il supporto della Nuova Compagnia Sandro Massimini – Trieste, intitolata al celebre artista scomparso vent'anni fa, rivivranno in questo modo per gli spettatori tante piccole e grandi gemme musicali del repertorio operettistico, visto nei suoi capitoli fondamentali.
Cioè il teatro viennese di Suppé e Strauss jr., quello danubiano di Lehár, Kálmán e Abraham, quello parigino di Offenbach e Lecocq, quello londinese attraverso lo stralunato mondo di Gilbert & Sullivan e Sidney Jones. Per toccare alla fine celebri autori nostrani come Pietri, Leoncavallo, Costa e Ranzato, e sconfinare verso la più vicina commedia musicale di Garinei & Giovannini.
La regia e la coreografia dei singoli spettacoli sono nelle mani di Sandro Corelli, i costumi sono disegnati da Jamal Taslaq.
Dulcis in fundo, a fare da straordinaria guida in questo lungo viaggio in quattro tappe, un'ospite di lusso, una grande e amata artista che proviene dal mondo della “grande lirica”: il soprano Katia Ricciarelli.