Il fondo documentale contenente i ricordi del direttore Tullio Serafin, a 50 anni dalla morte, è stato riconosciuto di interesse storico e vincolato dalla Sovrintendenza Archivistica del Veneto
Si avviano alla conclusione le numerose celebrazioni per il 50° anniversario della scomparsa del grande direttore d’orchestra Tullio Serafin (Rottanova di Cavarzere, 1878 – Roma, 1968) promosse dall’Associazione Archivio Storico Serafin con sede a Vicenza, recentemente sorta per iniziativa dell'Associazione culturale “Concetto Armonico” presieduta da Andrea Castello, e dei discendenti del maestro veneto.
Una dedica da tanti teatri
Per ricordarne a mezzo secolo dalla morte la figura, la lunga carriera, la presenza fondamentale nel mondo musicale della prima metà del '900, nel corso del 2018 alcuni dei maggiori enti lirici mondiali – La Scala, il San Carlo, il Regio di Parma, il Regio di Torino, La Fenice, il Metropolitan di New York, il Lyric Opera di Chicago, il Maggio Fiorentino, il Carlo Felice, l'Arena di Verona - gli hanno dedicato ognuno una serata d'opera. E molto interesse le celebrazioni hanno destato nei mass media; la RAI, per esempio, ne ha ampiamente parlato nelle trasmissioni Momus, Radio3 Suite, Ridotto dell'opera.
Musiche, documenti, memorie di un grande musicista
L'Archivio Tullio Serafin raccoglie un'ingente quantità di documenti e memorabilia attinenti la vita, la carriera e i rapporti con le personalità artistiche dei suoi tempi, e dopo 35 anni di affidamento a Luciano Guzzon nel paese natale del maestro, è da poco passato con il consenso dei pronipoti del maestro - Jacopo e Federica Conte - sotto la custodia dell'Associazione vicentina. Per la sua importanza, l'archivio è stato ora riconosciuto dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e Trentino - Alto Adige quale fondo «di interesse storico particolarmente importante», e quindi vincolato per il futuro.
L'impegno per la conservazione, la catalogazione e una sede definitiva
Nella raccolta sono presenti un gran numero di partiture e spartiti, lettere ricevute da importanti figure – da Verdi, D'Annunzio, Mascagni, Pizzetti, Wolf-Ferrari sino alla Callas – e corrispondenza personale, foto, onorificenze ed attestati, una grande quantità di oggetti personali e persino il suo testamento. «Ora il lavoro da fare è tantissimo – ha affermato il presidente Andrea Castello - dall'inventario alla stesura di un catalogo, dal restauro - anzitutto - alla digitalizzazione, per poi arrivare infine alla collocazione ufficiale dell’Archivio, in modo tale che il prezioso materiale storico e musicale in esso contenuto sia poi disponibile alla consultazione da parte di musicisti e studiosi del settore».