Sette opere ed un classico del balletto: il cartellone del Verdi di Trieste accontenta ogni esigenza dei melomani triestini e dei numerosi appassionati d'oltre confine
Manca poco oramai all'avvio della Stagione lirica e di balletto 2018/2019 offerta dal Teatro Verdi di Trieste. Una realtà artistica che attira anche molti appassionati dei paesi vicini: Austria, Slovenia, Croazia. E che ha recentemente siglato accordi di collaborazione con i teatri nazionali di questi due ultimi paesi, riaffermando il suo carattere mitteleuropeo.
Si parte con l'ultimo Bellini
Finita la stagione dei concerti, il cartellone lirico prenderà ufficialmente il via con I puritani, il 16 novembre: l'estremo capolavoro belliniano sarà posto sotto la direzione di Fabrizio Maria Carminati, con un nuovissimo allestimento visivo di Paolo Vitale e Giada Masi affidato all'inedito tandem registico formato da Katia Ricciarelli e Davide Garattini.
Fra gli interpreti, Antonino Siragusa ed Elena Moșuc. Ai primi di dicembre, in clima prenatalizio, per gli appassionati di balletto il Teatro Nazionale Accademico di Odessa porterà al Verdi La bella addormentata di Čajkovskij, mettendolo in scena con i propri artisti. Il 18 gennaio 2019 toccherà a Christopher Franklin aprire il nuovo anno affrontando il verdiano Nabucco, con l'apporto di solisti quali il mezzosoprano nipponico Aya Wakizono, Giovanni Meoni, Giuseppe Infantino, Nicola Ulivieri. La regia sarà nelle mani di Andrea Cigni.
Agli inizi di febbraio giunge a Trieste un'altra produzione del Teatro di Odessa: è un titolo da noi raro e dal fascino esotico, Il Principe Igor di Borodin. L'orchestra è quella di casa; solisti, coro e corpo di Ballo provengono invece dalla città ucraina; la regia è di Stanislav Gaudassinskij. Un'opera tutta all'insegna del sorriso è L'elisir d'amore di Donizetti, che vedremo ripresa a metà marzo nello storico spettacolo di Emanuele Luzzatti. Sul podio il maestro sloveno Simon Krečič, interpreti principali Leon Kim, Francesco Castori, Claudia Pavone.
Esotismo a go-go
Un altro tocco d'esotismo – questa volta dal sapore liberty – verrà offerto in aprile da Madama Butterfly di Puccini, presentata in un nuovo allestimento con la regia di Alberto Triola e la bacchetta del direttore croato Nikša Bareza. Cio-Cio-San sarà il soprano armeno Liana Aleksanyan, Pinkerton il nostro Piero Pretti. A maggio Carminati farà ritorno a Trieste per sovraintendere all'Andrea Chénier di Giordano: anche questo è un nuovo spettacolo, creato in collaborazione con il Teatro Nazionale di Maribor, che vedrà impegnata la regista Sarah Schinasi e un cast presieduto dal tenore lituano Kristian Benedikt, da Svetla Vassileva, da David Cecconi. Chiuderà la stagione del Verdi, alla fine di giugno, la Carmen di Bizet, sotto la direzione di Oleg Gaetani e curata registicamente da Carlo Antonio De Lucia. Saremo di fronte al terzo allestimento originale, coprodotto in questo caso con la giapponese Kitakyūshū City Opera: realtà che collabora da alcuni anni con il teatro triestino, il quale vi porta ogni anno un suo spettacolo. Nel cast il mezzosoprano georgiano Ketevan Kemoklidze, il tenore uruguaiano Gaston Rivero, il baritono Domenico Balzani.