"L'idea di questo ruolo all'inizio mi ha messo paura, non me lo vedevo addosso. Ero preoccupato dalla credibilità che potevo avere, io stesso mi vedevo troppo bello per interpretare un prete". A Parlare è Gabriel Garko sacerdote in Io ti assolvo, il tv movie in onda stasera su Canale 5 con la regia di Monica Vullo. "Poi però poi mi sono appassionato alla lettura del copione, ho incontrato vari sacerdoti e mi è piaciuto infine raccogliere la sfida".
La storia è quella di Francesco (Gabriel Garko), aitante trentenne, dopo dieci anni torna nella cittadina che l’ha visto crescere; sembra tutto come allora… solo lui è veramente cambiato. Ora è diventato Padre Francesco: prendendo i voti, ha sperato di cancellare anni bruciati in scelte sbagliate, frequentazioni balorde, amicizie pericolose. Ma la vita chiude sempre i conti rimasti aperti. Un fatto tremendo riporta il giovane prete nei luoghi di quella sua giovinezza che ancora non riesce a perdonare. Pur sconvolto dal dolore, Padre Francesco accetta infatti di sostituire il parroco, Padre Raul (Gerardo Amato), suo padre spirituale, barbaramente ucciso in chiesa a colpi di forbici. Pochi giorni prima di essere assassinato, Padre Raul aveva spedito al Vescovo una lettera chiedendo con urgenza di essere sciolto dai voti : questa decisione repentina e soprattutto senza alcuna spiegazione non concorda con la personalità del parroco ucciso e Francesco si ritrova, per forza di cose, ad essere coinvolto nell’inchiesta che segue l’omicidio...
La fiction (oltre Garko ci sono anche anche Lorenzo Flaherty, Cosima Coppola e Stefania Sandrelli), prodotta dalla Janus di Alberto Tarallo, scritta da Luigi Montefiori e Teodosio Losito, si misura con il cinema di genere, quello del thriller ed è per questo che la messa in onda in prima serata su Canale 5 avrà il "bollino rosso": indicazione di visione da evitare per i minori anche se in compagnia di adulti. ''Non ci sono scene più forti di tanto cinema che passa in tv, anche in prime time o nei tg", ha detto il direttore della fiction Rti Giancarlo Scheri, "non ci sono spezzoni splatter o grandguignolesche. E' chiaro: parliamo di un serial killer certe atmosfere sono inevitabili ma questo prodotto è assolutamente difendibile e il pubblico è maturo per seguirlo, del resto la responsabilità è condivisa con lo spettatore che avvertito da noi con il bollino deve sapere come comportarsi''. Io ti assolvo viene considerato un esperimento: ''dobbiamo diversificarci dalla fiction di Raiuno non tanto come contenuti quanto come linguaggio. Il nostro pubblico", ha aggiunto Scheri, "è in mezzo tra quello della fiction Rai e quello delle serie americane che noi stessi trasmettiamo. La nostra è una fiction moderna, che si avvicina al cinema''.
Fonte: Tgcom