Scienza e teatro, un binomio possibile? La scienza ha sovente influenzato il linguaggio teatrale e i contenuti di importanti drammaturgie, basti citare "Galileo" di Bertold Brecht, "I Fisici" di Friedrich Dürenmatt, fino ai più recenti "Copenaghen" di Michael Frayn e "Infinities" di Luca Ronconi.
Eppure in Italia non sono molti i casi in cui sulla scena vengono raccontati i drammi della scienza rendendoli attuali e comprensibili a tutti.
Il Teatro del Buratto ha accolto la sfida con "Senza misura", recente produzione che si confronta con le teorie scientifiche sullo studio della misura dell’intelligenza.
Sono molti gli studiosi e gli scienziati che, animati da più o meno benevole intenzioni, hanno fornito con i loro studi una giustificazione scientifica, e spesso spinto fino alle estreme conseguenze, la discriminazione e la selezione delle persone sulla base di differenze razziali o sociali.
Oggetto prediletto di “cattive misurazioni” il bene più prezioso e misterioso dell’umanità: l’intelligenza.
Dai primi goffi tentativi dell’800 di misurare l’ampiezza della scatola cranica fino alla creazione di test di intelligenza più o meno sofisticati, scienziati a volte anche illustri si sono industriati nel tentativo di trovare quella misura, quel numero unico e inossidabile che permettesse a loro e alle società in cui vivevano di separare gli individui più dotati dai meno dotati e spesso a trovare corrispondenze fra i meno dotati e il colore della pelle o l’appartenenza a classi sociali più povere ed etnie differenti. E ancora più spesso ad attuare, in nome di questo presunto “valore scientifico”, pratiche di selezione anche cruente.
“Le idee possono essere agenti sicuri quanto i fucili e le bombe” ricorda S. J. Gould nel libro "Intelligenza e pregiudizio" che è servito come guida per la costruzione dello spettacolo.
Fra i molti personaggi che potevano tentare di reagire con forza alle assurdità delle “cattive misurazioni” a raccontare è proprio la “Signorina Intelligenza”: stanca delle tante cose dette e fatte in suo nome sarà lei a guidare lo spettatore nel viaggio fra numeri, pregiudizi, discriminazioni e selezioni. Un racconto in prima persona fra scienza, mito e realtà.
Eppure in Italia non sono molti i casi in cui sulla scena vengono raccontati i drammi della scienza rendendoli attuali e comprensibili a tutti.
Il Teatro del Buratto ha accolto la sfida con "Senza misura", recente produzione che si confronta con le teorie scientifiche sullo studio della misura dell’intelligenza.
Sono molti gli studiosi e gli scienziati che, animati da più o meno benevole intenzioni, hanno fornito con i loro studi una giustificazione scientifica, e spesso spinto fino alle estreme conseguenze, la discriminazione e la selezione delle persone sulla base di differenze razziali o sociali.
Oggetto prediletto di “cattive misurazioni” il bene più prezioso e misterioso dell’umanità: l’intelligenza.
Dai primi goffi tentativi dell’800 di misurare l’ampiezza della scatola cranica fino alla creazione di test di intelligenza più o meno sofisticati, scienziati a volte anche illustri si sono industriati nel tentativo di trovare quella misura, quel numero unico e inossidabile che permettesse a loro e alle società in cui vivevano di separare gli individui più dotati dai meno dotati e spesso a trovare corrispondenze fra i meno dotati e il colore della pelle o l’appartenenza a classi sociali più povere ed etnie differenti. E ancora più spesso ad attuare, in nome di questo presunto “valore scientifico”, pratiche di selezione anche cruente.
“Le idee possono essere agenti sicuri quanto i fucili e le bombe” ricorda S. J. Gould nel libro "Intelligenza e pregiudizio" che è servito come guida per la costruzione dello spettacolo.
Fra i molti personaggi che potevano tentare di reagire con forza alle assurdità delle “cattive misurazioni” a raccontare è proprio la “Signorina Intelligenza”: stanca delle tante cose dette e fatte in suo nome sarà lei a guidare lo spettatore nel viaggio fra numeri, pregiudizi, discriminazioni e selezioni. Un racconto in prima persona fra scienza, mito e realtà.