Andrea Lucchesini propone un'interessante serata musicale per ricordare il decimo anniversario della scomparsa di Luciano Berio.
Finalmente, dopo due concerti annullati per cause di forza maggiore, ha avuto inizio la Stagione da Camera dell’Accademia di Santa Cecilia. In un auditorium quasi completamente monopolizzato dal Festival del Cinema, Andrea Lucchesini ha proposto una interessante serata musicale per ricordare il decimo anniversario della scomparsa di Luciano Berio. Alternati a cinque Sonate di Domenico Scarlatti, sono stati eseguiti “Six Encores” dello stesso Berio. Si tratta di brevi pezzi pianistici in cui sono evidenziati simbolismi ed atmosfere legate agli elementi della natura (aria, acqua, terra e fuoco). Lucchesini, che a Berio è stato molto vicino, ha accostato in un unico tempo, con grande disinvoltura e quasi senza interruzioni, i virtuosismi clavicembalistici della musica di Scarlatti con i suoni scabri e precisi di Berio. Il risultato è sorprendente, si coglie una continuità inattesa tra Settecento e Novecento, un vero omaggio a Berio che amava e rivisitava le musiche del passato.
La seconda parte della serata è stata dedicata ad un monumento beethoveniano, la Sonata op.106 “Hammerklavier”. Qui l’esecuzione è stata un po’ fuori del clima a cui la tradizione ci ha abituato, l’incipit è stato meno eroico di quanto ci si aspetta, nel breve Scherzo il suono, essenziale, ha pochi contrasti ed appare quasi impressionista. Nel lunghissimo Adagio sostenuto emerge la passione romantica, l’enfasi sentimentale. Qui la felice intenzione di Lucchesini regala emozioni e brividi, come nel Largo che introduce l’allegro risoluto, con la disorganica ed enigmatica fuga finale, dove però emerge con difficoltà la profetica modernità del genio di Bonn.
La grande sala dell’auditorium presentava purtroppo molti spazi vuoti, un vero peccato per una interessante proposta culturale e per un apprezzato pianista.