Teatro

Arturo Brachetti al Creberg di Bergamo

Arturo Brachetti al Creberg di Bergamo

Il Creberg Teatro Bergamo inaugura la nuova stagione teatrale 2007/2008 il 4 ottobre 2007 con “L’uomo dai Mille Volti” di Arturo Brachetti.

Ad un anno esatto (4 ottobre 2006) dall’apertura del Creberg Teatro Bergamo sotto la gestione di Officine Smeraldo con lo spettacolo di danza “AEROS” (coreografato da Daniel Ezralow, David Parsons, Moses Pendleton), Officine Smeraldo è lieta di offrire al proprio pubblico l’occasione di assistere ad uno spettacolo d’eccezione: “L’uomo dai Mille Volti” di Arturo Brachetti. che aprirà la tournée 2007/2008 proprio al Creberg Teatro Bergamo dal 4 al 7 ottobre.

DUE CHIACCHIERE CON ARTURO BRACHETTI

Perché prova il bisogno di proporre al pubblico un nuovo spettacolo?
Perché lo devo al pubblico e perché desidero spingermi oltre, desidero trovare altro. Voglio continuare a stupire! Ovviamente il primo spettacolo, che ho portato in tournée per due anni in Nord America - Canada e Stati Uniti - ha una sua coerenza e ha dimostrato di piacere permettendomi di divertirmi e di divertire il pubblico, senza limite di età. Ma un artista non può accontentarsi di ciò che sa fare…
 
Come si trasforma uno spettacolo che si basa essenzialmente sul trasformismo?
Immaginando un altro universo. Se dovessi analizzare lo spettacolo nuovo direi che è un po’ più drammatico e ha un testo più preciso. I principi rimangono gli stessi e metà dei numeri e degli effetti sono invariati. Racconto però un’altra storia e in modo diverso.
 
E finita la grande capanna magica?
C’è sempre una scatola, ma una scatola differente, maliziosa…che in realtà è un baule. Sono nella soffitta di casa dei miei genitori dove c’ è un baule con dei giocattoli…lo scrigno di Amélie Poulain de “Il Favoloso Mondo di Amélie”…un cubo che in seguito diventa enorme, come in un sogno, come in un mondo nel quale non si ha più certezza dei limiti della realtà e dell’immaginazione.
 
Come sceglie un soggetto? Lavora da solo all’ideazione di uno spettacolo?
Il mio lavoro è frutto di una più ampia collaborazione. Per questa nuova proposta ho lavorato a stretto contatto con Serge Denoncourt - che firma la regia - sui testi di Arthur Kopit che ci aiuta a dare vita anche ai minimi effetti. È molto importante, se si vuole colpire ed emozionare, che ogni effetto faccia da cornice ad una storia, che abbia un senso, che non sia semplicemente per il piacere di vederlo.
 
Si può affermare che i suoi spettacoli sono autobiografici?
Non esattamente. Certo, cerco di basarmi sulla realtà della mia vita, su ciò che ho vissuto; posso però affermare che il primissimo spettacolo era falsamente autobiografico. Nella nuova produzione, è grazie ai sogni che avvengono le trasformazioni, ci si allontana molto dalla realtà.
 
Il personaggio di “Arturo” è il suo doppio?
Sul palco il personaggio possiede un’energia incredibile! Molto più di me nella vita reale. Inoltre, c’è da aggiungere che questo Arturo è innocente, ingenuo, disponibile… un personaggio idealizzato!