Teatro

Autori di Prosa, un mestiere a rischio

Autori di Prosa, un mestiere a rischio

''I drammaturghi in Italia ci sono. Troppo spesso pero' cambiano mestiere, perche' di teatro non campano. A ogni taglio di finanziamenti corrisponde un taglio di occasioni: affinche' un settore si sviluppi e diventi forte servono ricerca e investimento, un teatro deve poter finanziare la scrittura, sostenere gruppi giovani, assecondare un momento formativo. Nodo fondamentale e' la scuola: piu' teatro nelle scuole vuol dire piu' persone che ameranno il teatro nel futuro. Certamente il teatro e' costoso, ma lo Stato deve intervenire perche' la formazione della cultura e del pensiero di un paese passano anche attraverso il palcoscenico''. Questa l'opinione di Laura Curino (nella foto), attrice e autrice, dichiarata al giornale dello Spettacolo.

A lei si aggiunge Ascanio Celestini, premio Ubu per il testo ''Scemo di guerra'', secondo il quale ''l'intervento dello Stato e' fondamentale, ma gli aiuti vanno pensati in base alle esigenze attuali. ''La nostra drammaturgia sta rifiorendo ma le istituzioni teatrali sono imbalsamate dalle istituzioni politiche. Con gli attuali parametri ministeriali, che quasi non considerano possibile una compagnia con meno di sei elementi, produrre uno spettacolo come i miei e' praticamente impossibile. Le leggi dovrebbero regolare la realta', non determinarla. Non credo neanche che in Italia ci siano pochi soldi per il teatro. Sono spartiti male''.