La prima volta fu nel 1772, 234 anni fa e il teatro si chiamava Regio. La seconda, col nome attuale, nel 1831 e di anni ne sono passati 175. Oggi, 26 aprile 2006, il Civico rinasce per la terza volta, a 63 anni e due mesi dal giorno di febbraio - era un 26 anche allora - in cui 19 B 17 del 301° Bomb group gettarono quintali di bombe sulla città distruggendo la polpa del teatro e salvando solo il guscio, la facciata.
Di quel luogo che fu meta delle migliori compagnie europee, che ospitò Salieri e Cimarosa, Paisiello e Mayr, che contenne gli acuti di De Muro e Schiavazzi, che svezzò i cagliaritani, non solo i borghesi, alla musica colta, oggi rimangono le suggestioni e si sente ancora, forte, il sapore del mito. Anche se l'odore di vernice è forte e il parquet lucido del foyer ha sostituito il marmo.
Su il sipario
Stasera alle 19,30 si solleva il sipario sul Teatro civico in Castello.
Nel '31, prima assoluta, rappresentarono Nina pazza per amore, opera in due atti di Carpani, Lorenzi e Paisiello. Oggi - segno dei tempi - sarà uno spettacolo multimediale diretto dal regista Francesco Casu e musicato da Romeo Scaccia a celebrare, in un concerto di note e immagini, la riapertura.
Gli ultimi lavori
Anche ieri, come accade da nove mesi, gli operai della Trowell (l'impresa che si è aggiudicata i lavori per due milioni e mezzo di euro) hanno corso per rifinire in tempo il teatro e regalare agli 800 invitati delle due serate (si replica domani alla stessa ora) l'emozione del ritorno al passato.
Sistemate le 220 poltrone in legno, finiti il palco da 65 metri quadrati e la torre scenica, ultimato il mezzo loggione appoggiato al prospetto principale che dà su via De Candia, arredato con mobili d'epoca e tende in damasco rosso il foyer (ospiterà una mostra di foto del teatro prima del bombardamento), ieri sulla facciata sono stati affissi i pannelli originali ai quali saranno incollati i manifesti dello spettacolo di oggi, Il tempo ritrovato. Rinvenuti tra le macerie, sono stati ridipinti di verde e riutilizzati per rendere il prospetto ancora più simile a quello voluto dal barone Zapata nella seconda metà del '700.
Il tetto che non c'è
Una delle differenze sostanziali rispetto al passato è che sul teatro non c'è il tetto. E non ci sarà. «Non possiamo coprirlo perché non ci sono vie di fuga sufficienti ad ottenere l'autorizzazione dei Vigili del fuoco. Dovrebbero esserci uscite di sicurezza da una parte e dall'altra, su via Dei Genovesi, e non ci sono», spiega Mario Mossa, dirigente comunale, coordinatore dei progettisti e responsabile dei lavori. «Stiamo studiando una tensostruttura che coprirà parzialmente il teatro». L'incognita meteoLa mancanza del tetto non è esattamente un dettaglio, oggi.
Il Sar, Servizio agrometeorologico regionale, prevede cielo molto nuvoloso con probabili deboli piogge. Temperature: minime stazionarie o in lieve calo, massime in leggero aumento. Venti: calma o deboli variabili. «Non pioverà e se pioverà sarà qualche goccia», prevede, scaramanticamente, Mossa.
Monumenti aperti
Dopo le due serate inaugurali, il teatro sarà aperto al pubblico durante Monumenti aperti, il 29 e il 30 aprile.
Il programma della serata
Lo spettacolo prevede: Và pensiero di Verdi (Roberto Pischedda al piano, il coro degli allievi del Conservatorio, direttore Giuseppe Erdas); Processione (musiche originali per launeddas dei Cuncordia a Launeddas); Sant'Efis '43 (Romeo Scaccia al piano, Vladimiro Atzeni al violoncello); Notturni Urbani (Romeo Scaccia al piano, Emanuele Contis al sax); Deus ti salvet Maria (Romeo Scaccia al piano); Paesaggi marini Poetto e Calamosca (Romeo Scaccia al piano); Scena campestre dal film La Grazia (Prodotto da L'Unione Sarda, Romeo Scaccia al piano); I Pescatori di Sant'Elia (Romeo Scaccia al piano); Tango sul Bastione di Saint Remy (Romeo Scaccia al piano); Mamuthones (Voce solista Sara Lasio, il coro degli allievi del Conservatorio); Il teatro ritrovato (coro degli allievi del Conservatorio).
Ogni set sarà supportato dai filmati di Casu, trait d'union con un compito su tutti: evocare. E suggestionare.
Di quel luogo che fu meta delle migliori compagnie europee, che ospitò Salieri e Cimarosa, Paisiello e Mayr, che contenne gli acuti di De Muro e Schiavazzi, che svezzò i cagliaritani, non solo i borghesi, alla musica colta, oggi rimangono le suggestioni e si sente ancora, forte, il sapore del mito. Anche se l'odore di vernice è forte e il parquet lucido del foyer ha sostituito il marmo.
Su il sipario
Stasera alle 19,30 si solleva il sipario sul Teatro civico in Castello.
Nel '31, prima assoluta, rappresentarono Nina pazza per amore, opera in due atti di Carpani, Lorenzi e Paisiello. Oggi - segno dei tempi - sarà uno spettacolo multimediale diretto dal regista Francesco Casu e musicato da Romeo Scaccia a celebrare, in un concerto di note e immagini, la riapertura.
Gli ultimi lavori
Anche ieri, come accade da nove mesi, gli operai della Trowell (l'impresa che si è aggiudicata i lavori per due milioni e mezzo di euro) hanno corso per rifinire in tempo il teatro e regalare agli 800 invitati delle due serate (si replica domani alla stessa ora) l'emozione del ritorno al passato.
Sistemate le 220 poltrone in legno, finiti il palco da 65 metri quadrati e la torre scenica, ultimato il mezzo loggione appoggiato al prospetto principale che dà su via De Candia, arredato con mobili d'epoca e tende in damasco rosso il foyer (ospiterà una mostra di foto del teatro prima del bombardamento), ieri sulla facciata sono stati affissi i pannelli originali ai quali saranno incollati i manifesti dello spettacolo di oggi, Il tempo ritrovato. Rinvenuti tra le macerie, sono stati ridipinti di verde e riutilizzati per rendere il prospetto ancora più simile a quello voluto dal barone Zapata nella seconda metà del '700.
Il tetto che non c'è
Una delle differenze sostanziali rispetto al passato è che sul teatro non c'è il tetto. E non ci sarà. «Non possiamo coprirlo perché non ci sono vie di fuga sufficienti ad ottenere l'autorizzazione dei Vigili del fuoco. Dovrebbero esserci uscite di sicurezza da una parte e dall'altra, su via Dei Genovesi, e non ci sono», spiega Mario Mossa, dirigente comunale, coordinatore dei progettisti e responsabile dei lavori. «Stiamo studiando una tensostruttura che coprirà parzialmente il teatro». L'incognita meteoLa mancanza del tetto non è esattamente un dettaglio, oggi.
Il Sar, Servizio agrometeorologico regionale, prevede cielo molto nuvoloso con probabili deboli piogge. Temperature: minime stazionarie o in lieve calo, massime in leggero aumento. Venti: calma o deboli variabili. «Non pioverà e se pioverà sarà qualche goccia», prevede, scaramanticamente, Mossa.
Monumenti aperti
Dopo le due serate inaugurali, il teatro sarà aperto al pubblico durante Monumenti aperti, il 29 e il 30 aprile.
Il programma della serata
Lo spettacolo prevede: Và pensiero di Verdi (Roberto Pischedda al piano, il coro degli allievi del Conservatorio, direttore Giuseppe Erdas); Processione (musiche originali per launeddas dei Cuncordia a Launeddas); Sant'Efis '43 (Romeo Scaccia al piano, Vladimiro Atzeni al violoncello); Notturni Urbani (Romeo Scaccia al piano, Emanuele Contis al sax); Deus ti salvet Maria (Romeo Scaccia al piano); Paesaggi marini Poetto e Calamosca (Romeo Scaccia al piano); Scena campestre dal film La Grazia (Prodotto da L'Unione Sarda, Romeo Scaccia al piano); I Pescatori di Sant'Elia (Romeo Scaccia al piano); Tango sul Bastione di Saint Remy (Romeo Scaccia al piano); Mamuthones (Voce solista Sara Lasio, il coro degli allievi del Conservatorio); Il teatro ritrovato (coro degli allievi del Conservatorio).
Ogni set sarà supportato dai filmati di Casu, trait d'union con un compito su tutti: evocare. E suggestionare.