Appuntamento giorno 26 marzo, alle ore 19.00, “festa di chiusura”, viale M. Rapinarsi 443, Catania.
Nella Sicilia degli sprechi e dei privilegi, la vita culturale è derelitta. Da Palazzo Chigi al Comune di Catania le scelte su un tema cruciale per una normale dialettica democratica e eque opportunità di crescita civile sono all’insegna dell’assoluta mancanza di consapevolezza dell’importanza del tema e di responsabilità in senso generale. Da un alto, infatti -e parliamo del Governo nazionale e regionale - si taglia a tutto spiano sui fondi alle attività culturali, dall’altro, da parte di Palazzo degli Elefanti, si dimostra la rituale assenza di sensibilità democratica.
Nell’ambito siciliano, solo negli ultimi due anni, le risorse economiche destinata dall’ assessorato alla Cultura in sovvenzionamenti al teatro professionale sono state tagliate di una quota notevolissima, pari al 70%.
In questo quadro desolante, si inserisce la forte denuncia di Camera Teatro Studio, residenza artistica della Compagnia Gruppo Iarba, attiva a Catania dal 2002 su iniziativa del Centro Teatrale Siciliano, che domenica 26 marzo prossimo chiuderà provocatoriamente i battenti.
In quattro anni questa realtà ha ospitato oltre 200 spettacoli di artisti e compagnia del teatro di ricerca italiano, oltre a numerose altre occasioni di riflessione, di nuovi ed alternativi linguaggi artistici, e di ricerca sugli aspetti della diversità e della contemporaneità: bene, questo centro di riferimento per la vita culturale cittadina rischia di scomparire. O, in modo vergognoso - così come avviene per tanti Soggetti della cultura, dell’informazione e del mondo del lavoro in generale - di dover emigrare.
Senza alcun sostegno da chi dovrebbe avere a cuore lo sviluppo civile e culturale della città, in testa l’amministrazione comunale Scapagnini, preoccupata piuttosto di seguire vecchie e rituali logiche di appartenenza e di clientelismo, l’esperienza del Camera Teatro Studio è sull’orlo del baratro. Gli animatori dichiarano, certo, di non voler mollare, ma, malgrado questo, la situazione è davvero molto grave e merita la massima attenzione della Catania che non vuole vivere indifferente e passiva l’attuale complessivo stato di degrado e di “diritti negati”, non vuole dimenticare il proprio passato ricco di effervescenze culturali e soprattutto vuole progettare in modo diverso e costruttivo il proprio futuro.
Il “ Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti” esprime la propria solidarietà agli animatori del Camera Teatro Studio, che vivono un momento di grande difficoltà e si dichiara pronta a verificare e mettere in campo tutte le iniziative, insieme alle altre espressione della società civile catanese e a tutti i cittadini democratici, per un aiuto concreto a questa realtà così negletta dal Palazzo.
Nella Sicilia degli sprechi e dei privilegi, la vita culturale è derelitta. Da Palazzo Chigi al Comune di Catania le scelte su un tema cruciale per una normale dialettica democratica e eque opportunità di crescita civile sono all’insegna dell’assoluta mancanza di consapevolezza dell’importanza del tema e di responsabilità in senso generale. Da un alto, infatti -e parliamo del Governo nazionale e regionale - si taglia a tutto spiano sui fondi alle attività culturali, dall’altro, da parte di Palazzo degli Elefanti, si dimostra la rituale assenza di sensibilità democratica.
Nell’ambito siciliano, solo negli ultimi due anni, le risorse economiche destinata dall’ assessorato alla Cultura in sovvenzionamenti al teatro professionale sono state tagliate di una quota notevolissima, pari al 70%.
In questo quadro desolante, si inserisce la forte denuncia di Camera Teatro Studio, residenza artistica della Compagnia Gruppo Iarba, attiva a Catania dal 2002 su iniziativa del Centro Teatrale Siciliano, che domenica 26 marzo prossimo chiuderà provocatoriamente i battenti.
In quattro anni questa realtà ha ospitato oltre 200 spettacoli di artisti e compagnia del teatro di ricerca italiano, oltre a numerose altre occasioni di riflessione, di nuovi ed alternativi linguaggi artistici, e di ricerca sugli aspetti della diversità e della contemporaneità: bene, questo centro di riferimento per la vita culturale cittadina rischia di scomparire. O, in modo vergognoso - così come avviene per tanti Soggetti della cultura, dell’informazione e del mondo del lavoro in generale - di dover emigrare.
Senza alcun sostegno da chi dovrebbe avere a cuore lo sviluppo civile e culturale della città, in testa l’amministrazione comunale Scapagnini, preoccupata piuttosto di seguire vecchie e rituali logiche di appartenenza e di clientelismo, l’esperienza del Camera Teatro Studio è sull’orlo del baratro. Gli animatori dichiarano, certo, di non voler mollare, ma, malgrado questo, la situazione è davvero molto grave e merita la massima attenzione della Catania che non vuole vivere indifferente e passiva l’attuale complessivo stato di degrado e di “diritti negati”, non vuole dimenticare il proprio passato ricco di effervescenze culturali e soprattutto vuole progettare in modo diverso e costruttivo il proprio futuro.
Il “ Comitato a sostegno del giornalista-operaio Marco Benanti” esprime la propria solidarietà agli animatori del Camera Teatro Studio, che vivono un momento di grande difficoltà e si dichiara pronta a verificare e mettere in campo tutte le iniziative, insieme alle altre espressione della società civile catanese e a tutti i cittadini democratici, per un aiuto concreto a questa realtà così negletta dal Palazzo.