Teatro

CHAGALL DELLE MERAVIGLIE

CHAGALL DELLE MERAVIGLIE

180 opere, dipinti, gouaches, disegni, scultura, incisioni, ripercorrono l'intero itinerario della vita e dell'opera di Marc Chagall, ponendo l'attenzione su una serie di chiavi di interpretazione che affollano la sua opera ed enucleano i richiami alla cultura e alla tradizione: il pendolo, gli amanti volanti, il candelabro, gli animali, il violinista, la tavolozza, la tovaglia, solo per citarne alcuni. Le sue opere, solo apparentemente lievi, sono il risultato di una complessa ed articolata stratificazione di esperienze e di scelte ideologiche e culturali. Nella mostra, che abbraccia un lunghissimo periodo di tempo, emerge la componente engagé del lavoro di Chagall, spesso sottovalutata a vantaggio delle letture romantiche e folkloristiche, che da sole non riescono ad esprimere la grandezza dell'artista. L'esposizione procede per sbalzi temporali, privilegiando la continuità tematica per rintracciare il linguaggio personale di Chagall, il modo di approcciarsi alla realtà in modo suggestivo e personale, filtrandolo con un'esperienza privata che guarda alle Avanguardie senza aderirvi ideologicamente e che attinge tanto alla tradizione ebraica quanto alle radici russe. Il suo è un modo derivato dalle icone bizantine, un mondo carico di simboli e di significati simbolici che si ripetono con continuità anche in opere molto distanti nel tempo. Anche per questo rifiuta il realismo socialista (sosterrà sempre che “l'arte è uno stato d'animo”) ed entra in aperto contrasto con l'astrattismo rivoluzionario del suprematista Malevic. A partire dalle illustrazioni della Bibbia realizzate negli anni Trenta, la sua arte si carica di messaggi universali, espressione di un sincretismo religioso originalissimo. Per Chagall l'elemento onirico è risultato dell'inconscio culturale (e non di quello privato, come per i surrealisti). In mostra capolavori provenienti da importanti musei pubblici e da prestigiose collezioni private di tutto il mondo: non si può non meravigliarsi davanti a “La passeggiata” dell'Ermitage, di straordinaria poesia, metafora potente dell'amore per una donna (Belle) e per un luogo (Vitebsk), dove il pittore, con un uccellino in mano, sostiene col suo braccio teso il corpo della sua sposa, fluttuante nel cielo come uno stendardo. Oppure davanti a “Sopra la città” della Galleria Tret'jakov, l'immagine della gioia appena velata dall'ansia. Imperdibili. Roma, Complesso del Vittoriano, fino all'1 luglio 2007, da lunedì a giovedì dalle 9,30 alle 19,30, venerdì e sabato dalle 9,30 alle 23,30, domenica dalle 9,30 alle 20,30, ingresso euro 10,00, catalogo Skira, infoline 06.6780664.