Lo spettacolo, presentato nell’originale inglese e poi in italiano, è in certo senso il marchio del progetto voluto da Andrée Ruth Shammah, "L’emozione della complessità: capire il presente", che comprende altri tre spettacoli, diretti da Andrèe Ruth Shammah: Quale droga fa per me? Una conferenza introduttiva di Kai Hensel, con Anna Galiena, Sto diventando un uomo da un’idea di Claire Dowie, con Sara Bertelà e Le cose sottili nell’aria di Massimo Sgorbani, con Ivana Monti e Mario Sala.
Helen, protagonista “non più ventenne” di questa pièce, scopre, svegliandosi un mattino, che il proprio corpo sta subendo una strana quanto immediata metamorfosi: al posto della donna che conosceva si sta facendo largo in lei un corpo di uomo, che reclama il suo diritto all’esistenza e alla propria sessualità. Tutto ciò che pareva ormai definito – il lavoro, il rapporto con il prossimo – acquista improvvisamente un valore relativo, irriducibile a quiete abitudini e a ruoli definiti. Con inquietudine e ironia kafkiane, Claire Dowie offre allo spettatore la parabola metaforica di un’umanità complessa, la cui sessualità è incapace di ridursi entro le strette maglie d’una semplice e rassicurante definizione: i confini divengono incerti e mutevoli, le possibilità di amare e di essere irraggiano oltre la materia, illuminando un universo la cui natura più profonda rifugge da ogni semplicistica categorizzazione. L‘artista definisce così il senso di questo suo lavoro: “ …Il problema è che vengono pubblicizzate solo due possibilità. Se non sono una donna, devo essere un uomo. Se non sono etero, devo essere gay. H to He afferma un desiderio di voler essere amati per chi e per quello che si è”.
Claire Dowie, è sicuramente uno dei personaggi più divertenti, anticonformisti e iconoclasta dell’attuale teatro inglese. Nata a Birmingham una quarantina di anni fa, star della stand-up comedy, ha cominciato la sua carriera nel circuito dei teatri off di Londra. E’ lesbica, eppure ha scelto di vivere con il regista dei suoi spettacoli teatrali, Colin Watkeys, e di avere - nel modo più naturale del mondo - due figli da lui. «E’ successo quasi per caso, quindici anni fa. Io e Colin stavamo lavorando insieme e io coltivavo i miei pomodori nella sua serra. Improvvisamente mi sono ritrovata incinta. Parenti, amici e specialmente i vicini di casa, l’hanno vissuta come una nascita miracolosa, come quella di Cristo». Dowie è un’ attrice e scrittrice di talento. Ha esordito con opere premiate come Benjii (1988, Time out Theatre Award) e Perché John Lennon porta la gonna?. Tra i suoi testi più famosi si ricordano anche Colando da ogni artifizio, Death and Dancing e Came out. La sua carriera include film per la televisione (Came out, It rained, Went back in again), un teleplay, Kevin, realizzato dalla Central Children’s Television e 4 radiogrammi per la Bbc. Nel 2004 ha esordito con un romanzo, Creating chaos, ambientato in una casa di hippie. Il suo stile di vita è imbevuto di politica e militanza attiva.
Helen, protagonista “non più ventenne” di questa pièce, scopre, svegliandosi un mattino, che il proprio corpo sta subendo una strana quanto immediata metamorfosi: al posto della donna che conosceva si sta facendo largo in lei un corpo di uomo, che reclama il suo diritto all’esistenza e alla propria sessualità. Tutto ciò che pareva ormai definito – il lavoro, il rapporto con il prossimo – acquista improvvisamente un valore relativo, irriducibile a quiete abitudini e a ruoli definiti. Con inquietudine e ironia kafkiane, Claire Dowie offre allo spettatore la parabola metaforica di un’umanità complessa, la cui sessualità è incapace di ridursi entro le strette maglie d’una semplice e rassicurante definizione: i confini divengono incerti e mutevoli, le possibilità di amare e di essere irraggiano oltre la materia, illuminando un universo la cui natura più profonda rifugge da ogni semplicistica categorizzazione. L‘artista definisce così il senso di questo suo lavoro: “ …Il problema è che vengono pubblicizzate solo due possibilità. Se non sono una donna, devo essere un uomo. Se non sono etero, devo essere gay. H to He afferma un desiderio di voler essere amati per chi e per quello che si è”.
Claire Dowie, è sicuramente uno dei personaggi più divertenti, anticonformisti e iconoclasta dell’attuale teatro inglese. Nata a Birmingham una quarantina di anni fa, star della stand-up comedy, ha cominciato la sua carriera nel circuito dei teatri off di Londra. E’ lesbica, eppure ha scelto di vivere con il regista dei suoi spettacoli teatrali, Colin Watkeys, e di avere - nel modo più naturale del mondo - due figli da lui. «E’ successo quasi per caso, quindici anni fa. Io e Colin stavamo lavorando insieme e io coltivavo i miei pomodori nella sua serra. Improvvisamente mi sono ritrovata incinta. Parenti, amici e specialmente i vicini di casa, l’hanno vissuta come una nascita miracolosa, come quella di Cristo». Dowie è un’ attrice e scrittrice di talento. Ha esordito con opere premiate come Benjii (1988, Time out Theatre Award) e Perché John Lennon porta la gonna?. Tra i suoi testi più famosi si ricordano anche Colando da ogni artifizio, Death and Dancing e Came out. La sua carriera include film per la televisione (Came out, It rained, Went back in again), un teleplay, Kevin, realizzato dalla Central Children’s Television e 4 radiogrammi per la Bbc. Nel 2004 ha esordito con un romanzo, Creating chaos, ambientato in una casa di hippie. Il suo stile di vita è imbevuto di politica e militanza attiva.