Rifiuti sul palco, traffici e smaltimenti illeciti in scena: protagonisti papà Nicola e suo figlio Cristian che diretti dalla Camorra trasportano immondizia dal Nordest in Puglia e in Campania. Rifiuti destinati a discariche abusive e a finte fabbriche di compostaggio ma anche alla nuda terra, dove vengono poi incendiati. È il nuovo capitolo del teatro civile di Ulderico Pesce, «Asso di monnezza», spettacolo dedicato allo smaltimento-accumulo dei rifiuti industriali in Italia. «E' il lato nascosto dell'emergenza, quello di cui non si parla» osserva l'autore che ne è anche regista e protagonista. «Bisogna finirla di pensare che quello dei rifiuti sia solo un problema del Sud e che il Nord sia leale ed efficiente» ha ammonito Pesce, che ha dato vita a una sottoscrizione per introdurre il reato ambientale nel codice penale consultabile online sul suo sito. «In realtà, il 74% dei rifiuti industriali d'Italia si produce al Nord e ci sono imprenditori che sversano illegalmente queste sostanze nei terreni agricoli del Sud».
Quello che arriva in scena è il frutto di un vero e proprio lavoro di inchiesta: «Ho intervistato giudici, gente che vive nelle vicinanze di discariche, ammalati di tumore, malavitosi, ambientalisti, carabinieri e grazie al teatro, a una storia, a dei personaggi, voglio far conoscere il materiale che ho raccolto» racconta Pesce. E' quindi da testimonianze, sopralluoghi nelle discariche e nei termovalorizzatori di tutto il Paese che è nato il nuovo spettacolo, che debutterà il 29 gennaio in prima nazionale alla Fabbrica del Vapore di Milano nell'ambito della rassegna «Vapori zerootto» (al via il 22 gennaio con Nekyia di Teatro del Lemming). «I fatti che porto in scena - ha spiegato Pesce al quotidiano Il Corriere della Sera - sono documentati da indagini di magistratura e carabinieri, come l'inchiesta "Madre Terra" sullo sversamento, tra il 2004 e il 2005, solo a Villaliterno, in provincia di Caserta, di 38 mila tonnellate di veleni chimici. Oppure quella che indaga sul sito di smaltimento di via Frigia a Milano dove, a poca distanza da una scuola materna, venivano smaltiti in via illegale rifiuti nocivi».
Pesce, attore e regista nato 41 anni fa nel Potentino, ha scritto questo testo nel 2005. «Oggi i telegiornali si occupano della spazzatura che invade le strade della Campania, perché tutti la vedono, frutto di un grande fallimento politico, basta pensare che in 14 anni il commissariato per l’emergenza rifiuti ha avuto 2 miliardi di euro da gestire per non risolvere nulla e fare solo clientela politica. In Asso di monnezza mi occupo anche di quella “monnezza” che non si vede, assai pericolosa, prodotta dalle industrie, che viene smaltita nell’ombra, e che nessun telegiornale fa vedere. Arsenico, cobalto, fosforo che viene prelevato soprattutto nelle industrie del Nord, che ne produce il 74%, e viene scaricato nel Sud, sulla terra agricola, nel mare, nei fiumi. Solo due esempi. In questo modo tra il 2004 e il 2005 solo a Villaliterno, in provincia di Caserta, sono stati sversati sulla terra agricola 38.000 tonnellate di veleni chimici, nel mare di Taranto 90.000 tonnellate di idrocarburi e la magistratura ne ha certificati tanti di questi episodi che dovrebbero essere puniti dal codice penale anche in Italia invece di essere “puniti” dal codice civile, molto spesso, con un'ammenda pecuniaria».
Intervista rilasciata a "Il Corriere della Sera"
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