Teatro

DANZA: PICONE, APPELLO AI POLITICI: AIUTATE LA DANZA ITALIANA A CRESCERE

DANZA: PICONE, APPELLO AI POLITICI: AIUTATE LA DANZA ITALIANA A CRESCERE

“La danza in Italia ha bisogno del sostegno dei nostri politici, sono loro che devono aiutare il nostro settore a crescere e, finalmente, a decollare. Servono riforme sulle pensioni e investimenti”.

E’ l’appello accorato che  la star della danza italiana Giuseppe Picone, solista nelle più importanti compagnie internazionali come l’English National Ballet di Londra, l’American Ballet Theatre di New York e il Ballet National di Nancy, lancia a tutta la classe politica.

“Io amo il mio paese e proprio perché lo amo e reputo che debba essere il capofila delle arti, non posso sopportare che qui per la danza non ci sia lo spazio che merita e che, invece, all’estero ha da anni. Ho lavorato in tutto il mondo e ho visto le riforme che sono state fatte per la danza e per il teatro – afferma Picone  in procinto di partire per New York dove sarà ospite del ‘Vladimir Vasiliev. A Gala Tribute to a 20th Century Dance Legend’ – la danza è una meravigliosa arte effimera, che richiede gli anni migliori, non è accettabile e non è bello vedere in scena un ballerino a 50 anni.
Ci vuole una riforma seria che abbassi l’età pensionabile intorno ai 40-45 anni, che garantisca una pensione minima dignitosa e che abolisca quei contratti indeterminati che rendono i ballerini delle ombre e, spesso, li lasciano da parte, inutilizzati. Ma non voglio essere frainteso, dico anche che non sono accettabili nemmeno quei contratti a tempo determinato che tanta parte hanno avuto nel far chiudere i corpi di ballo dei nostri teatri più importanti come a Trieste, Bologna, Genova e Venezia. Una vergogna. E’ scandaloso che venga chiuso il corpo di ballo de La Fenice di Venezia, città, tra l’altro, tra le mete turistiche italiane più importanti.
Qualunque turista straniero amante della cultura vorrebbe portare la propria partner a vedere una Giselle o Il lago dei Cigni alla Fenice. Non si possono fare contratti per un ruolo da stabile ad una ballerina a 35 anni, bisogna farli prima."

"All’estero – continua l’etoile - ai ballerini giovani vengono fatti contratti da stabili o per altri ruoli rinnovabili ogni due o tre anni e nessuno rimane senza lavoro perché, alla scadenza, vengono rinnovati sempre se il ballerino in questione ha fanno bene il proprio mestiere. Il vantaggio è che ad ogni scadenza il ballerino può decidere se cambiare compagnia oppure no. Una situazione ideale e favorevole per migliorarsi sempre e cercare nuovi stimoli. Inoltre, in alcuni paesi come la Germania, quando un ballerino decide di smettere di danzare perché ha raggiunto l’età giusta, la compagnia di cui fa parte gli permette di scegliere che cosa vuole fare e gli paga i corsi per un nuovo lavoro o continua a dargli una sorta di stipendio per qualche anno." 

“Vorrei chiedere ai politici - incalza Picone - di investire sul teatro, non di tagliare. Spesso vengono spesi soldi pubblici per progetti che non vengono neanche portati a termine. E allora perché non si può provare a investire molto sulla cultura? L’opera, la danza, il teatro di prosa sono dei fiori all’occhiello per il nostro paese che deve tornare ad essere la culla della cultura nel mondo. In Italia ci dovrebbero essere cartelloni pieni di spettacoli di danza, opera e prosa e i politici dovrebbero venire più spesso a teatro con le loro mogli, dovrebbero vedere che cosa significa ballare. Quando lavoravo a Londra la regina Elisabetta era presente alle prime e, a fine spettacolo, saliva sul palco a conoscere e a complimentarsi con i ballerini, uno a uno; a New York veniva Bill Clinton, all’epoca Presidente. All’estero tutti, dal Presidente all’assessore, frequentano assiduamente il teatro e ogni sera ci sono spettacoli in cartellone. Tutto ciò, per me, si chiama cultura. E i ballerini queste cose le devono dire e soprattutto dovrebbero far fronte comune”.  
 
“In Italia si parla sempre e quasi solo di calcio. E questo sport fa girare e investire molti soldi e si spendono cifre altissime per gli impianti e la sicurezza. Un calciatore in Italia guadagna moltissimo e spesso diventa un personaggio famoso e riempie le tv. Perché un ballerino che giovanissimo lascia la famiglia per studiare in altre città, o magari all’estero, rinunciando alla propria adolescenza, che si allena duramente tutti i giorni per anni, che segue con rigore abitudini alimentari e rinuncia a divertirsi come i suoi coetanei deve essere considerato meno e pagato, spesso, molto poco. Che cos’ha il calcio più della danza? - termina Picone - La danza ha bisogno di grossi investimenti pubblici e privati, la danza è cultura e io credo che gli italiani, il pubblico che ci segue con passione e amore, abbia diritto alla propria cultura”.