Teatro

Fabbrica Europa 2009 alla XVI edizione

Fabbrica Europa 2009 alla XVI edizione

La XVI edizione del Festival FABBRICA EUROPA intende proseguire e ampliare le linee tematiche avviate con l’edizione 2008, incentrandosi nuovamente sul dialogo interculturale in ambito creativo e approfondendo questa volta i nessi tra Europa <-> Mediterraneo <-> Americhe. Radici comuni, incontri e scontri, viaggi e migrazioni più o meno forzate rappresentano sintesi rilevanti sul piano della produzione artistica e culturale stratificata nel tempo.

Artisti italiani, europei e provenienti da Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Messico, sono protagonisti di un’indagine sul dialogo tra culture e identità, capace di esprimersi in linguaggi, procedure e prodotti originali. Uno sguardo privilegiato va inoltre a quegli artisti che hanno raccolto la sfida, feconda quanto ineludibile, con le nuove tecnologie, oggi sempre più organiche ai linguaggi e capaci di sostanziare la creatività. Fabbrica Europa, con quasi un centinaio di eventi tra danza, musica, teatro, installazioni, workshop e incontri, apre un dialogo tra artisti e professionisti da oltre 20 Paesi e offre nuovi spazi di creazione, di pensiero e di visione, tracciando percorsi inediti per interpretare il nostro presente, per coltivare il nostro passato e insieme per condividere con gli artisti di oggi un punto di vista creativo per domani.

TEATRO

Nell’ambito delle relazioni tra Mediterraneo e America Latina si inscrive la produzione con il Teatro de Los Andes (Bolivia) diretto dal regista argentino César Brie che presenta a Firenze un’Odissea riletta attraverso le problematiche di oggi: Ulisse è il migrante contemporaneo che incontra gli stessi mostri cui vanno incontro coloro che partono in cerca di un destino migliore, come i messicani che attraversano il loro paese per arrivare alla frontiera o i nordafricani che attraversano il mare per approdare, tra mille difficoltà, sulle coste dell’Italia meridionale. “Per affrontare l’Odissea ho seguito l’esempio di Penelope: intrecciato fili diversi. Uno dei fili è stato partire da noi. Quali sono i nostri naufragi, le nostre passioni, i nostri mostri? Dove si nasconde la nostra Itaca? Nel lavoro finale restano tracce del viaggio nell’intimità dei miei attori” (C. Brie) (8, 9/5 ore 20).

La sezione teatrale comprende importanti produzioni europee. Tra queste si segnala il pluripremiato spettacolo Sclavi / The song of an emigrant della compagnia Farm in the Cave di Praga. La pièce, per la regia di Viliam Docolomansky, narra la storia, le nostalgie e le difficoltà di un migrante ed è basata sulla ricerca sul campo svolta nei villaggi della Slovacchia dell’Est. Trae spunto dagli antichi canti ruteni e slovacchi, dalle lettere degli emigrati slovacchi e dalla storia di Josef, protagonista del romanzo Hordubal di Karel Capek. La performance - tra teatro fisico, musica e canti - è carica di ritmo febbrile, le melodie dei canti polifonici popolari si incrociano con la cruda azione fisica (19, 20/5 ore 21.30 – prima nazionale).

Presenza di rilievo è anche quella di François Kahn, quarant’anni di vita nel teatro, attore e regista francese la cui ricerca teatrale è segnata dall'incontro con il grande maestro del novecento Jerzy Grotowski. A Fabbrica Europa Kahn porta in scena I dormienti, costruito su varie poesie della raccolta Foglie d’Erba di Walt Whitman, in particolare sul poema Sleepers. Il poeta guarda donne e uomini che dormono, si corica accanto a essi e sogna “tutti i sogni degli altri sognatori”. La sua visione avanza in più direzioni: il viaggio di ognuno di essi che in sogno ritornano verso il loro paese e la loro infanzia; il viaggio degli amanti nel buio della notte che “tutti li pervade e li avviluppa”; il viaggio tra vita e morte nell’architettura perfetta del corpo umano (20, 21/5 ore 19 – prima assoluta).

Una produzione che vede coinvolte diverse strutture internazionali è Galileo Incatenato, un’opera corale che nasce dall’incontro/scontro tra Vita di Galileo di Bertold Brecht e Prometeo Incatenato di Eschilo. I temi delle opere si rincorrono all’interno di una rigida partitura musicale. Messo in scena da un cast multinazionale (attori del Laboratorio Nove, artisti italiani e croati per il coro, il macedone Marjan Necak per la musica, collaboratori tecnici italiani e croati) ha la regia del croato Branko Brezovec, il più importante esponente della regia teatrale dell'est europeo di area balcanica. La pièce indaga la relazione tra scienza e arte, approfondendo in particolare il rapporto tra la scienza e il sistema di concetti che organizzano le nostre esperienze e le implicazioni che tale rapporto crea sulla creazione di nuove etiche e concetti morali. Prometeo e Galileo proiettano all’infinito, attraverso la loro sofferenza, il nuovo ordine delle cose, ridando all’uomo la dignità dell’imperfezione all’interno di un universo perfetto e, nello stesso tempo, tempio del caos (10-16/5 ore 21.30 – prima europea).

Non manca inoltre uno sguardo alle produzioni nazionali. Il nuovo spettacolo di Roberto Bacci, Mutando riposa, è un’opera teatrale da camera per 2 attori (Savino Paparella e Tazio Torrini) e 20 spettatori che vuole dar voce alle esplorazioni sull’origine della coscienza che hanno visto impegnati, durante una serie d’incontri e di viaggi, attori, studiosi di varie discipline e testimoni delle prove. Due uomini si trovano in un giardino distrutto da una tempesta. L’uno, vissuto sempre nella grande casa adiacente, vi entra per la prima volta; l’altro, che ne ha accudito e sorvegliato la natura e la storia come un giardiniere, guida l’altro a visitarlo. Il rapporto tra i due viene scrutato per giungere alla creazione di alcune risonanze emotive e percettive comuni agli attori e agli spettatori nel momento in cui oltrepassano insieme la cornice dello spettacolo (5/5 ore 19, 6-10/5 ore 21.30).

La pinacoteca di Eumolpo - primo capitolo è la prima tappa dell’indagine che la Compagnia Verdastro Della Monica sta conducendo sul Satytricon di Petronio Arbitro. Massimo Verdastro ha affidato a cinque autori tra i più significativi del panorama della drammaturgia italiana, Marco Palladini, Lina Prosa, Letizia Russo, Antonio Tarantino e Luca Scarlini, la riscrittura teatrale di cinque episodi del capolavoro della classicità latina. Luca Scarlini, anche coordinatore drammaturgico del progetto, Francesca Della Monica e la danzatrice e coreografa Charlotte Delaporte, hanno coadiuvato il lavoro laboratoriale di Verdastro che ha portato alla realizzazione di questo “primo capitolo” (testo di Antonio Tarantino) ambientato nella pinacoteca dove il giovane Encolpio e il poeta Eumolpo si rifugiano per cercare riparo in vari momenti delle loro vite raminghe (6-8/5 ore 19- prima assoluta).

Da circa un paio d’anni Claudio Morganti - artista tra i più geniali della scena contemporanea - sta conducendo studi intorno a Woyzeck di Büchner. Fabbrica Europa ospita Studio n°5 per Woyzeck, il quinto capitolo per la drammaturgia di Rita Frongia, nel quale vengono prese in considerazione due scene: Woyzeck/Capitano (scena della barba) e Woyzeck/Marie (scena degli orecchini), attraverso le quali si cerca di verificare la “question” pantomima (Mejerhold) e “l’affaire” realismo. In una piccola stanza scarsamente illuminata il risultato è una sorta di ballo aritmico di stampo verista con battute (19- 23/5 ore 20 – prima assoluta).