Teatro

Fausto Paravidino racconta la società dei 'Peanuts'

Fausto Paravidino racconta la società dei 'Peanuts'

Mercoledì 13 febbraio arriva al Teatro Gobetti di Torino, per la stagione TST, "Noccioline- Peanuts", scritto da Fausto Paravidino su commissione del Royal National Theathre of London nell’ambito del progetto “International Connections 2001”. Lo spettacolo è diretto da Valerio Rinasco e prodotto da Nuova Teatro Eliseo e Fondazione Teatro Due in collaborazione con BAM Teatro e con il contributo di Regione Piemonte e Asti Teatro. Noccioline inquadra una società in 23 sequenze brevi come fumetti: una schiera di adolescenti formato "Peanuts" - mondo cui i nomignoli dei personaggi e l’atmosfera linguistica continuamente rimandano - che all’improvviso passa dai giochi infantili al confronto con il presente, come se questo fosse lo specchio dei primi, e l’uno e gli altri fossero determinati dal medesimo “senso del vuoto”. Nella prima parte li troviamo seduti su un materno divano davanti a un enorme televisore, mentre succhiano Coca Cola e consumano i cartoni animati dei Puffi tra chiacchiere e dispetti. I personaggi in scena stanno infatti tutti approfittando del fatto che al ragazzo Buddy - una sorta di novello Charlie Brown - è stata affidata da conoscenti una casa da custodire in loro assenza. La banda di amici si precipita a più ondate ad occuparla, rivendicando anche il diritto ad una graduale opera distruttrice, grazie alla quale finiscono per rovinare il divano e fare a pezzi il monitor, tanto da essere rinnegati e scacciati dal malcapitato guardiano quando fa il suo ingresso autoritario il figlio dei padroni. L'aprirsi di ogni quadro viene annunciato da sopratitoli altisonanti (da “I mass media controllano il mondo” a “Ideali tutti e subito”), che si richiamano a slogan o a principi socio-politici delle varie parti in lotta nella nostra società e creano contrasto - ironico e caustico insieme - con le innocue situazioni rappresentate e i comportamenti infantili cui assistiamo; ma anche richiamano, sotto il racconto lieve, tutto un passato di contestazioni. Di qui lo stacco della seconda parte: si riprende infatti dieci anni dopo e l’azione, trasferita nell’atmosfera repressiva di una caserma ci mostra gli ex ragazzi bruscamente divisi in carnefici o vittime, intenti a sperimentare un sistema di torture da regime poliziesco in nome del potere. Tornare indietro è impossibile e lo constata Buddy dopo essersi ritrovato sul punto di far fuori l’ex amico Minus, nell’estremo, illusorio, tentativo di rivivere al contrario il finale della prima parte: salvo rendersi conto che in quella sua mancata solidarietà ai compagni di allora poteva risiedere la causa di un destino. «Io credo - dichiara Valerio Binasco - che il tema principale di questa commedia non sia la politica, né la satira sui giovani. Tutto mi appare come se si svolgesse dentro una specie di sogno. Che cosa sono le scritte se non “ritagli” di frastuono politico minaccioso? Frammenti di presente, cui l’accostamento col “piccolo mondo” di questi strani ragazzi crea un effetto più parodistico che didattico? E se è un sogno: che cosa sono i programmi televisivi, lo stile dei dialoghi da sit com, i cartoons, la coca cola, i Peanuts, il divano borghese, i “giovani”, la struttura a sketch pubblicitario, e persino l’intelligenza caustica (e inutile) dei dialoghi, e poi ancora i richiami alle brutalità del G8? Presi uno per uno sono Tematiche, ma tutti insieme diventano Feticci. Anche se i dialoghi e le situazioni ci fanno sorridere, in questa commedia tutto è violenza e tutto conduce al male. Siamo in una casa qualsiasi, nel centro del regno della Bestia. Ossia nel centro del mondo, oggi. La Bestia del male è divenuto il Signore del Vuoto, il principe del Niente». Dove: Teatro Gobetti di Torino Quando: repliche fino al 17 febbraio 2008