Uovo 2006, sul solco della vocazione che il festival ha avuto fin da principio, ovvero quella di scegliere spazi “non tradizionali” di rappresentazione con artisti che sperimentano nuovi linguaggi scenici, liberi dai tradizionali schemi disciplinari (teatro, danza, arti visive), presenta quest’anno molte novità, a partire dalla nuova collocazione temporale (maggio anziché settembre) e dal coinvolgimento di una rete ampia e suggestiva di spazi deputati alle varie espressioni del contemporaneo: IED ModaLab, Teatro Dal Verme, Superstudio, Cinema Gnomo, Plastic, Rotonda della Besana e PAC Padiglione d’arte contemporanea.
L’edizione 2006 conferma la sua attitudine internazionale, nomade e indisciplinare tra le arti contemporanee seguendo suggestioni attorno al tema del confine (tra le arti, tra i formati espressivi, tra le culture) e della sua indeterminatezza. Un percorso, anche geografico, che coltiva la dimensione della memoria, ma rivendica anche quella dell’oblio, in continua ricerca di esperienze artistiche che si interroghino sull’identità contemporanea.
Un’edizione forte e coinvolgente che presenta due tra i più grandi nomi della performance mondiale: Socìetas Raffaello Sanzio e Jerome Bel accanto, tra gli altri, alle rivelazioni del momento come Herman Diephuis e Hooman Sharifi.
Si inizia il 10 maggio con Julie Nioche, una delle più originali giovani coreografe francesi, che fin dalle sue collaborazioni con Meg Stuart e Odile Duboc ha posto al centro della propria riflessione artistica il corpo e i suoi confini. Presenterà in prima italiana H20-NaCl-CaCO3, una installazione-performance incentrata sulla relazione corpo-spazio-spettatore ideata e messa in scena in luoghi dal forte impatto architettonico.
L’11 maggio Herman Diephuis, performer francese, porta a Milano, per la prima volta in Italia, i suoi folgoranti tableaux vivants con D’après J.-C., un itinerario di riscoperta della bellezza attraverso la rappresentazione che ne diede l’arte sacra del Rinascimento italiano, fiammingo e tedesco.
Il 12 maggio Impure Company/Hooman Sharifi, coreografo e danzatore iraniano residente in Norvegia, presenta a Uovo per la prima volta in Italia il “solo” We failed to hold this reality in mind, sintesi di un percorso autobiografico di coscienza civile e politica.
Dal 12 al 14 maggio al Cinema Gnomo occasione speciale per vedere gli undici episodi del Ciclo filmico della Tragedia Endogonidia della Socìetas Raffaello Sanzio, lavoro visivo di sconvolgente e radicale bellezza, realizzato dai videoartisti Cristiano Carloni e Stefano Franceschetti (il primo videoepisodio creato da Romeo Castellucci).
Il 13 maggio la performance Ballo eccezionale degli incontri e delle esclusioni della Stoa, la scuola teatrale di movimento fisico e filosofico che la Socìetas Raffaello Sanzio tiene da quattro anni. Una performance sulla forza naturale dell’accumulazione, sulle coincidenze del pensiero, sul peso della maggioranza.
Torna in Italia il 14 maggio Jerome Bel, uno degli artisti più irriverenti della scena internazionale. Il geniale performer francese presenta in prima italiana Pichet Klunchun and Myselfinsieme a Pichet Klunchun, danzatore “classico” thailandese. Un lavoro ironico e filosofico sulle contraddizioni e i paradossi della cultura occidentale e orientale, sui “confini” dei formati espressivi.
Kris Verdonck, performer belga, per la prima volta in Italia con l’installazione Box (15 maggio) esplora i confini “della fine del mondo”. Una stanza bianca, una luce accecante, le parole apocalittiche di Heiner Müller.
Sempre il 15 maggio presentazione del libro Io vivo nelle cose di Motus. Il linguaggio teatrale di Motus viene ricostruito in pagine di forte impatto visivo, dove lo sguardo è portato a confondere finzione e realtà, ora precipitate in frammenti e nell’ingrandimento di particolari, ora còlte in movimento per un concatenamento di fotogrammi, elementi narrativi, assonanze e provocazioni.
La Socìetas Raffaello Sanzio, la compagnia italiana di ricerca più ammirata al mondo, capace di interpretare in modo radicale e affascinante la natura teatrale, che già aveva scelto il festival Uovo per presentare a Milano nel 2004 Crescita – uno degli stadi itineranti del progetto Tragedia Endogonidia – sarà protagonista, insieme al compositore Scott Gibbons, anche con la performance-concerto The Cryonic Chants (16 maggio), partitura di voci che discende dalla primitiva origine classica del canto del capro, in cui l’animale stesso è stato utilizzato come vero e proprio corpo di scrittura ed indica la sequenza di suoni della creazione.
Anna Huber, coreografa svizzera residente a Berlino, e il percussionista Fritz Hauser presentano al PAC il 16 maggio umwege, lavoro “site specific” sulla ricerca spaziale, architettonica, creato per la prima volta alle terme di Vals e presentato anche al Potsdamer Platz di Berlino, al Museo di Arte Contemporanea di Stoccarda, all’Accademia dell’Arte di Berlino.
Due tra gli artisti italiani più innovatori del linguaggio coreografico presenteranno ad Uovo le loro ultime produzioni: Un respiro, riflessione “coreografica” sul testo teatrale “Respiro” di Samuel Beckett (15 maggio) di Virgilio Sieni, figura storica della scena performativa nazionale, e la creazione nero² (in prima assoluta) di Kinkaleri, formazione tra le più presenti nei cartelloni internazionali che predilige una performatività concettuale che mette in discussione l’idea stessa di rappresentazione (18 maggio).
Festa di chiusura di Uovo dedicata all’elettronica francese il 18 maggio al Plastic con Dj Léonard de Léonard, artista eclettico che mixa electroclash e “chanson” francese, techno hardcore e hip hop, vincitore del “Qwartz electronic music awards” nella categoria Discovery, rivolta ai migliori talenti innovativi della scena elettronica internazionale.