Teatro

Il Festival Aperto chiude con Il velo nero del pastore di Romeo Castellucci

Il Festival Aperto chiude con Il velo nero del pastore di Romeo Castellucci

Giovedì 17 e venerdì 18 novembre, al Teatro Ariosto il regista Romeo Castellucci sul mistero dell'identità

"Il velo nero del pastore", che la Societas Raffaello Sanzio porta in scena giovedì 17 e venerdì 18 novembre, al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, per il festival Aperto, vede il regista Romeo Castellucci lavorare sui concetti di identità e occultamento, portando avanti il discorso sulla forza trascendentale del teatro.
Liberamente tratto da un racconto del 1836 dello scrittore americano Nathaniel Hawthorne, Il velo nero del pastore è la parabola di un predicatore di una comunità puritana del New England e della sua decisione di portare per il resto dei suoi giorni un drappo nero sul volto. La presenza del velo sconcerta profondamente la coscienza dei fedeli e tramuta il loro sguardo sulle parole del pastore, perfino quella della sua promessa sposa Elizabeth, che decide presto di rinunciare al matrimonio.
Secondo Castellucci, "il pastore rappresenta una linea retta, rigida, senza evoluzione: il dramma non è nel suo personaggio, ma nella comunità che lo guarda, non capisce, resta spiazzata e reagisce".
"La figura del protagonista nella parabola di Hawthorne, il Pastore, – prosegue Castellucci - mi offre un’occasione per indagare l’antico rapporto tra la rappresentazione e la negazione dell’apparire che, dalla tragedia attica, sostiene ogni nostro rapporto con l’immagine. Se si potesse riassumere questo spettacolo in una frase si potrebbe dire che qui viene mostrata non la storia di un uomo, bensì quella di un pezzo di vetro oscuro, usato come specchio per riflettere e filtrare l’immagine dell’immagine.
Ogni rapporto illustrativo al testo di Hawthorne risulta vano, perchè assorbito nel collasso del significato programmato e disposto dallo scrittore stesso, che qui io voglio raccogliere come una specie di eredità".
Attraverso il racconto di Hawthorne, lo  spettacolo della celebre Socìetas Raffaello Sanzio indiga il mistero dell'identità e la vertigine che può comportare la sottrazione del volto, il più importante degli specchi della nostra persona.

Il Velo Nero del Pastore
Liberamente ispirato alla novella di Nathaniel Hawthorne

di Romeo Castellucci
musica di Scott Gibbons

INFO 0522458811
www.iteatri.re.it