Debutta il 2 dicembre, alle ore 20.45, al Teatro Eliseo, Il Gabbiano di Anton Checov diretto da Marco Bernardi.
Marco Bernardi ritorna a Cechov otto anni dopo la fortunata prova de Il Giardino dei ciliegi con la sua compagnia guidata come allora da Carlo Simoni e Patrizia Milani affiancati in questa occasione da Maurizio Donadoni e da quattro giovani attori selezionati attraverso centinaia di audizioni in tutta Italia: un’importante opportunità per crescere artisticamente accanto ai colleghi più esperti.
Il gabbiano, scritto nel 1895 e rappresentato per la prima volta a Pietroburgo l’anno successivo, è certamente uno dei quattro capolavori teatrali di Anton Cechov (1860-1904) assieme a Zio Vanja, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi. Amato dal pubblico e dagli uomini di teatro, è forse il suo testo più rappresentato in ogni epoca e in ogni luogo per l’importanza dei temi trattati, per la profondità dell’analisi della condizione umana e per la felicità poetica della storia e dei personaggi.
Al centro i conflitti generazionali nella doppia dimensione genitori/figli e artisti affermati/giovani artisti debuttanti e poi i ragionamenti appassionati sull’arte, sulla scrittura, sul teatro, il tutto condito da tonnellate di amore in tutte le forme e varianti possibili: vissuto, negato, nascosto.
“Per il risalto del paesaggio, per le luci sfumate e le malinconiche atmosfere, la commedia di Cechov è vicina alla pittura russa dell’impressionismo” ha scritto Angelo Maria Ripellino, ma si può ben dire con il critico russo Baluchatyj che “Il gabbiano, per la scelta del materiale tematico, è una confessione pubblica dell’autore, stilizzata in modo drammaturgico, è una giostra artistica di materiale personale” e forse proprio per questo le speranze dei giovani artisti Nina e Kostia e le amarezze degli adulti e affermati Arkadina e Trigorin, intrise come sono di amore, rivalità e gelosia ci emozionano come se le vivessimo noi stessi, oggi.
TEATRO ELISEO
Dal 2 al 14 dicembre 2008
Il gabbiano
di Anton Cechov
traduzione Fausto Malcovati
con Patrizia Milani, Carlo Simoni
Maurizio Donadoni
scene Gisbert Jaekel
costumi Roberto Banci
regia Marco Bernardi
produzione Teatro Stabile di Bolzano
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