Si è concluso, giovedì 29 maggio, ad Arzano, il percorso formativo e creativo degli allievi “dell’Accademia delle Arti Sceniche” del Teatro Le Maschere; giunto alla sua seconda edizione. Percorso conclusosi con il saggio – spettacolo per la regia di Francesco Campanile e Nunzio Zuzio e che ha visto impegnati tutti gli artisti, docenti e collaboratori dell’Accademia, che da tempo si prodigano per la formazione dei ragazzi. In particolare ricordiamo, oltre ai succitati registi, Lucia Attanasio per la danza e Patrizia D’Auria per l’impianto vocale. Il tutto a cura del direttore Giovanni Ferrara.
Così esprime Giovanna Possente, responsabile dell’organizzazione, il suo entusiasmo per la realizzazione dell’evento: “E’ il frutto del costante e caparbio lavoro di quest’anno, è il sogno che diventa realtà; un’altra prova che si materializza. Per tutti coloro che operano a questo progetto dell’Accademia, e che hanno profuso le loro energie a tale realizzazione, è una grande soddisfazione vederne la riuscita, proprio perché a sostenerci è soltanto l’Amore per l’arte teatrale”.
Due i testi portati in scena.
Il primo: “La Parola ai giurati” di Reginald Rose, arguto e provocatorio, ci narra di un processo in cui i giurati devono giudicare un ragazzo accusato di parricidio. Uno solo di loro ha qualche dubbio sulla condanna dell'imputato e, con una finezza psicologica pari alla sagacia dialettica, riesce a convincere gli altri a votare per la non colpevolezza.
Il secondo: è il drammatico testo di Federico Garçia Lorca “La Casa di Bernanda Alba” ricco di metafore e passioni primitive. Tutto ha inizio dopo il funerale del secondo marito di Bernarda Alba. Quest’ultima pretende di mantenere il lutto stretto per otto anni. Decreta, così, alle sue cinque figlie, un dolore che somiglia più alla sentenza di un severo giudice. Così vive Bernarda: gli unici doveri che conosce sono reprimere, controllare, vigilare e castigare. Da qui si svilupperà doloroso e tragico l’intreccio.
I giovani allievi (Antonio Commone, Lorenzo Cammisa, Vincenzo De Falco, Giovanni Antinolfi, Antonio Rullo, Giuseppe De Rosa, Vincenzo Iodice, Luisa Procino, Domenica Turino, Rosa Siesto, Cristina Calatè, Roberta Del Negro, Imma Parolisi, Fiorella Piscopo, Paola Esposito, Federica Volpe), suddivisi in due gruppi, si sono così cimentati - con estrema professionalità, entusiasmo e rigoroso impegno - in testi di grande spessore e valore artistico.
Soddisfatti il pubblico, gli organizzatori, nonché i registi “Perché l’arte possa rivelarsi ancora una volta il mezzo di aggregazione più forte ed il teatro essere il maggior veicolo di cultura in una realtà dove troppo spesso vincono camorra e delinquenza” (Francesco Campanile).
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