La stagione 2007/2008 del Teatro Arsenale di Milano è stata presentata ieri mattina in conferenza stampa. Qui di seguito riportiamo la presentazione della stagione e del teatro ad opera di Annig Raimondi e Marina Spreafico, le due fondatrici del teatro, insieme a Kuniaki Ida.
In senso italiano contemporaneo
Un titolo chiaro che vuole proporre ‘un senso’ preciso, per un stagione di teatro arte e musica nata con l’intento di valorizzare la nuova drammaturgia italiana e con la volontà di sottolinearne lo stato di disarmo e di precarietà in cui versa attualmente in Italia.
La proposta artistica 2007/2008 è quella di un teatro che vuole parlare di un’Italia dimenticata, rimossa, difficile e che vuole portare lo spettatore nel circolo di una ricognizione della storia e della società attuali :”io voglio conoscere / ho formulato molte ipotesi per vivere” ci dice Sanguineti, al quale idealmente dedico questa stagione teatrale.
La proposta di un teatro vero, fatto di 12 spettacoli e nove autori italiani dalla personalità forte e coraggiosa, artisti che, anche se di generazioni diverse, ricostruiscono e ci restituiscono un nostro passato più o meno recente o un presente scottante. Testimoni del conflitto lacerante tra coscienza e realtà, connesso al caos esistenziale e sociale, e «ricomposizione», intesa come necessaria esigenza del pensiero.
Un teatro che pone l'accento sul ruolo determinante dell'intellettuale nel mondo presente al fine di costruire il futuro e consapevole della necessità della rappresentazione di questo dissidio interiore, di questa «sicura malsicura / contraddizione».
Un teatro che è un’azione di saccheggio da forme e linguaggi diversissimi: inchieste, reportages, autobiografie, racconti fantastici, lettere, teorie scientifiche, referti clinici, formule matematiche…. L'osservanza a questi dettami investe tutti gli aspetti politico-sociali e culturali, così che la letteratura e il teatro si configurano, a buon diritto a mio avviso, come azione, azione sociale.
Il cartellone è suddiviso in tre capitoli principali.
Fatti e Storie d’Italia - riunisce tre spettacoli, ospiti preziosi, perché affrontano misteri e tematiche irrisolte che tutt’oggi avvolgono la Storia d’Italia, dall’origine della lotta armata alle regole della camorra, al rapimento di Aldo Moro, impegnando i loro autori, Giangilberto Monti, Giovanni Meola e Marco Filatori, in un compito delicato.
La Letteratura a teatro - Moravia, Pirandello, Artaud, Sanguineti, Duras, Ruzante, autori e spettacoli il cui filo rosso è la costante messa in discussione del rapporto tra testo e messa in scena o, meglio, tra scrittura drammaturgica e scrittura scenica , in un corpo a corpo con la realtà, per arrivare infine alla Grande Poesia, la Grande Illusione, là dove i più grandi illusionisti sono poi i più grandi realisti.
E’ stato pensato un particolare omaggio, con progetti a loro dedicati, ad Antonin Artaud, uno dei padri del teatro contemporaneo, con una novità ospite tratta dal Van Gogh e la ripresa di Per farla finita col giudizio di dio di nostra produzione, e uno ad Alberto Moravia, importante ma poco frequentata figura del panorama italiano di cui verrà messo in scena Gli indifferenti, nuova produzione Teatro Arsenale/ScenAperta.
Teatro e Scienza - continua questa interessante incursione teatrale nel campo della matematica e della fisica che ha l’obiettivo di rendere più accessibile il linguaggio delle scienze con spettacoli scritti ad hoc e incontri specifici. Quest’anno, sotto il titolo Matematica con delitto, vengono raccolte due pieces: I 7 ponti e Il dilemma del prigioniero, produzione Teatro Arsenale.
Fra gli spettacoli ricordo ancora, per il Grande Comico, immancabile appuntamento con la risata, la ripresa de La cantatrice calva di Ionesco, produzione Teatro Arsenale.
Anche la musica e la luce, il buio e i sensi hanno la loro parte. Quest’anno infatti abbiamo dato ancora più spazio ad iniziative che paiono collaterali ma che in realtà definisco sempre di più l’Arsenale come teatro di arte totale, a partire dalla mostra Genius Loci ovvero l’Arsenale dal passato al futuro che, con il piacere di sperimentare, costituisce il segno ulteriore di un confine riaperto tra scena e pubblico. E, per il coinvolgimento di tutti i nostri ‘sensi’, nessuno escluso, “C” della velocità una installazione di luce e sensazioni tattili e “Lumen 3” una opera di teatro musicale al buio sui profumi.
Infine l’ormai storico Teatro di Giorno, la rassegna Electronika 2008 e la Borsa teatrale Anna Pancirolli 2007.
Questa lunga e articolata stagione teatrale 2007/2008 ha potuto realizzarsi grazie ad una serie di importanti collaborazioni.
Grazie quindi alla collaborazione di ScenAperta-Polo teatrale dell’Alto Milanese, Villaggio Barona e Fondazione Cassoni, di Egumteatro, dell’Osservatorio Astronomico di Brera, dell’Università Cattolica, Politecnico di Milano, Università degli studi di Milano, Cineteca, Chico Mendes, Fnac.
Ma anche e soprattutto grazie ad una équipe attenta, sensibile e instancabile di collaboratori interni.
Collaborazioni fondamentali perché supportano un’idea che io credo sia centrale: che il teatro sia effettivamente una pratica attiva, un esercizio quotidiano costante come la filosofia , le scienze , la letteratura o la storia, nella speranza che esercizio dopo esercizio, domanda dopo domanda, tutti, indistintamente, come novelli studenti, si riabituino ad assumere una forma mentis aperta al dubbio, contraria al dogmatismo e aperta al dialogo.
Il teatro arsenale - un complesso proteiforme
Un poco arretrato rispetto a via Cesare Correnti, tra il civico 7 e il civico 11, ma senza diritto toponomastico a un numero proprio, l’assente 9, si trova il Teatro Arsenale. Occhieggia discretamente col suo unico grande occhio, affacciato a un cortiletto separato dalla strada da una cancellata. Profondamente ricco di storia, luogo di emblematici avvenimenti della vita spirituale ed artistica milanese, ha un fascino speciale, potente e un po’ misterioso, che colpisce chiunque vi entri.
Attraverso il grande occhio traforato si può guardare in due direzioni: da dentro in fuori e da fuori in dentro. Da dentro in fuori è un occhio sul mondo, ma da fuori in dentro?
Sotto il nome Teatro Arsenale si accumula ora un complesso di attività, incentrate intorno all’arte del teatro. Ma l’Arsenale non ha una forma fissa. Come il dio Proteo, antico e potente, mobile e multiforme, cambia a seconda del contenuto, si trasforma e modifica.
Invito quindi a osservarlo più come un luogo del pensiero che come un teatro nell’accezione più scontata del termine, come una matrice di attività che si diramano piuttosto che come una struttura rigida che segue i canoni.
Scuola, compagnia teatrale, ideazione di spettacoli, progetti teatrali non usuali, ospitalità ed altro ancora si intrecciano in modo da formare un unico disegno, un tappeto colorato dove bisogna cercare l’andamento della spoletta per capirne la trama profonda.
La commistione superficiale nasconde in realtà le sue permanenze, semplici in apparenza ma in realtà vero centro di gravità dell’insieme.
L’Arsenale è prima di tutto un luogo sensibile, che tende a rifiutare le formule precostituite mutuate da modelli altrui, per essere prima di tutto a modo suo.
Fondamentale è la priorità del senso estetico, filtro essenziale tra noi e la vita, senza il quale siamo invasi dalla disarmonia che – dolosamente – confonde le acque.
E poi vorrei porre l’attenzione su un ultimo punto: il teatro è qui inteso come arte e quindi come linguaggio, ricordando che teatro e spettacolo non sono sinonimi. Comunicare attraverso il teatro, scoprire attraverso il teatro, condividere attraverso il teatro: questo è ciò che conta.
In senso italiano contemporaneo
Un titolo chiaro che vuole proporre ‘un senso’ preciso, per un stagione di teatro arte e musica nata con l’intento di valorizzare la nuova drammaturgia italiana e con la volontà di sottolinearne lo stato di disarmo e di precarietà in cui versa attualmente in Italia.
La proposta artistica 2007/2008 è quella di un teatro che vuole parlare di un’Italia dimenticata, rimossa, difficile e che vuole portare lo spettatore nel circolo di una ricognizione della storia e della società attuali :”io voglio conoscere / ho formulato molte ipotesi per vivere” ci dice Sanguineti, al quale idealmente dedico questa stagione teatrale.
La proposta di un teatro vero, fatto di 12 spettacoli e nove autori italiani dalla personalità forte e coraggiosa, artisti che, anche se di generazioni diverse, ricostruiscono e ci restituiscono un nostro passato più o meno recente o un presente scottante. Testimoni del conflitto lacerante tra coscienza e realtà, connesso al caos esistenziale e sociale, e «ricomposizione», intesa come necessaria esigenza del pensiero.
Un teatro che pone l'accento sul ruolo determinante dell'intellettuale nel mondo presente al fine di costruire il futuro e consapevole della necessità della rappresentazione di questo dissidio interiore, di questa «sicura malsicura / contraddizione».
Un teatro che è un’azione di saccheggio da forme e linguaggi diversissimi: inchieste, reportages, autobiografie, racconti fantastici, lettere, teorie scientifiche, referti clinici, formule matematiche…. L'osservanza a questi dettami investe tutti gli aspetti politico-sociali e culturali, così che la letteratura e il teatro si configurano, a buon diritto a mio avviso, come azione, azione sociale.
Il cartellone è suddiviso in tre capitoli principali.
Fatti e Storie d’Italia - riunisce tre spettacoli, ospiti preziosi, perché affrontano misteri e tematiche irrisolte che tutt’oggi avvolgono la Storia d’Italia, dall’origine della lotta armata alle regole della camorra, al rapimento di Aldo Moro, impegnando i loro autori, Giangilberto Monti, Giovanni Meola e Marco Filatori, in un compito delicato.
La Letteratura a teatro - Moravia, Pirandello, Artaud, Sanguineti, Duras, Ruzante, autori e spettacoli il cui filo rosso è la costante messa in discussione del rapporto tra testo e messa in scena o, meglio, tra scrittura drammaturgica e scrittura scenica , in un corpo a corpo con la realtà, per arrivare infine alla Grande Poesia, la Grande Illusione, là dove i più grandi illusionisti sono poi i più grandi realisti.
E’ stato pensato un particolare omaggio, con progetti a loro dedicati, ad Antonin Artaud, uno dei padri del teatro contemporaneo, con una novità ospite tratta dal Van Gogh e la ripresa di Per farla finita col giudizio di dio di nostra produzione, e uno ad Alberto Moravia, importante ma poco frequentata figura del panorama italiano di cui verrà messo in scena Gli indifferenti, nuova produzione Teatro Arsenale/ScenAperta.
Teatro e Scienza - continua questa interessante incursione teatrale nel campo della matematica e della fisica che ha l’obiettivo di rendere più accessibile il linguaggio delle scienze con spettacoli scritti ad hoc e incontri specifici. Quest’anno, sotto il titolo Matematica con delitto, vengono raccolte due pieces: I 7 ponti e Il dilemma del prigioniero, produzione Teatro Arsenale.
Fra gli spettacoli ricordo ancora, per il Grande Comico, immancabile appuntamento con la risata, la ripresa de La cantatrice calva di Ionesco, produzione Teatro Arsenale.
Anche la musica e la luce, il buio e i sensi hanno la loro parte. Quest’anno infatti abbiamo dato ancora più spazio ad iniziative che paiono collaterali ma che in realtà definisco sempre di più l’Arsenale come teatro di arte totale, a partire dalla mostra Genius Loci ovvero l’Arsenale dal passato al futuro che, con il piacere di sperimentare, costituisce il segno ulteriore di un confine riaperto tra scena e pubblico. E, per il coinvolgimento di tutti i nostri ‘sensi’, nessuno escluso, “C” della velocità una installazione di luce e sensazioni tattili e “Lumen 3” una opera di teatro musicale al buio sui profumi.
Infine l’ormai storico Teatro di Giorno, la rassegna Electronika 2008 e la Borsa teatrale Anna Pancirolli 2007.
Questa lunga e articolata stagione teatrale 2007/2008 ha potuto realizzarsi grazie ad una serie di importanti collaborazioni.
Grazie quindi alla collaborazione di ScenAperta-Polo teatrale dell’Alto Milanese, Villaggio Barona e Fondazione Cassoni, di Egumteatro, dell’Osservatorio Astronomico di Brera, dell’Università Cattolica, Politecnico di Milano, Università degli studi di Milano, Cineteca, Chico Mendes, Fnac.
Ma anche e soprattutto grazie ad una équipe attenta, sensibile e instancabile di collaboratori interni.
Collaborazioni fondamentali perché supportano un’idea che io credo sia centrale: che il teatro sia effettivamente una pratica attiva, un esercizio quotidiano costante come la filosofia , le scienze , la letteratura o la storia, nella speranza che esercizio dopo esercizio, domanda dopo domanda, tutti, indistintamente, come novelli studenti, si riabituino ad assumere una forma mentis aperta al dubbio, contraria al dogmatismo e aperta al dialogo.
Il teatro arsenale - un complesso proteiforme
Un poco arretrato rispetto a via Cesare Correnti, tra il civico 7 e il civico 11, ma senza diritto toponomastico a un numero proprio, l’assente 9, si trova il Teatro Arsenale. Occhieggia discretamente col suo unico grande occhio, affacciato a un cortiletto separato dalla strada da una cancellata. Profondamente ricco di storia, luogo di emblematici avvenimenti della vita spirituale ed artistica milanese, ha un fascino speciale, potente e un po’ misterioso, che colpisce chiunque vi entri.
Attraverso il grande occhio traforato si può guardare in due direzioni: da dentro in fuori e da fuori in dentro. Da dentro in fuori è un occhio sul mondo, ma da fuori in dentro?
Sotto il nome Teatro Arsenale si accumula ora un complesso di attività, incentrate intorno all’arte del teatro. Ma l’Arsenale non ha una forma fissa. Come il dio Proteo, antico e potente, mobile e multiforme, cambia a seconda del contenuto, si trasforma e modifica.
Invito quindi a osservarlo più come un luogo del pensiero che come un teatro nell’accezione più scontata del termine, come una matrice di attività che si diramano piuttosto che come una struttura rigida che segue i canoni.
Scuola, compagnia teatrale, ideazione di spettacoli, progetti teatrali non usuali, ospitalità ed altro ancora si intrecciano in modo da formare un unico disegno, un tappeto colorato dove bisogna cercare l’andamento della spoletta per capirne la trama profonda.
La commistione superficiale nasconde in realtà le sue permanenze, semplici in apparenza ma in realtà vero centro di gravità dell’insieme.
L’Arsenale è prima di tutto un luogo sensibile, che tende a rifiutare le formule precostituite mutuate da modelli altrui, per essere prima di tutto a modo suo.
Fondamentale è la priorità del senso estetico, filtro essenziale tra noi e la vita, senza il quale siamo invasi dalla disarmonia che – dolosamente – confonde le acque.
E poi vorrei porre l’attenzione su un ultimo punto: il teatro è qui inteso come arte e quindi come linguaggio, ricordando che teatro e spettacolo non sono sinonimi. Comunicare attraverso il teatro, scoprire attraverso il teatro, condividere attraverso il teatro: questo è ciò che conta.