Donne costrette ad emigrare, che si ritrovano alle prese con un lavoro nero e la battaglia quotidiana per una vita dignitosa. C’è di che interrogarsi nello spettacolo teatrale “Grido silenzioso - Non sono un’eroina” della compagnia Teatri dell’Era, che sabato 16 febbraio alle 21,15 andrà in scena al Centro sociale Tnt di via Politi, promosso dall’associazione Ya Basta! Jesi in collaborazione con il Csa, con il patrocinio del Comune - assessorato alla Cultura.
Un atto unico di 75 minuti, lo spettacolo è un monologo decisamente semplice e spoglio di artifizi, in cui l’attrice e autrice Federica Zambelli, diretta da G. Luca Righetti, interpreta Ljusia, una donna ucraina, che ha perso il marito nella tragedia di Cernobyl e sopravvissuta alla bonifica e alla diaspora successiva al disastro nucleare, arriva in Italia, dove il suo racconto lascia spazio alla realtà dell’immigrazione e del lavoro nero come badante. Una storia intensa, che non è solo quella di Liusia, ma quella di tante donne dell’est europeo in Italia e dei loro sacrifici quotidiani, in un “guerra silenziosa”, come la chiama la protagonista, che le porta a lavorare lontano dalla propria terra, per permettere alla famiglia un’esistenza migliore.
Ed è proprio dalle loro testimonianze che la rappresentazione ha preso vita. Lo spettacolo, infatti, è liberamente tratto dal libro “Preghiera per Chernobyl" di Svetlana Aleksievic, ma anche dai racconti delle donne di Caffé Babele, un progetto seguito da Ya Basta! Reggio Emilia, in collaborazione con Melting Pot Europa, per creare uno spazio di ritrovo e aggregazione dei migranti e, in particolare, delle assistenti familiari ucraine e moldave.
Per l’ingresso allo spettacolo è richiesto un piccolo contributo di 3 euro, che servirà a coprire le spese organizzative.
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