È un precetto ineludibile, un comandamento. Ma chi può dire di non aver rubato? Barabao Teatro parte da questo interrogativo e sceglie il palcoscenico di casa per presentare il nuovo spettacolo “VII: non rubare”. Un thriller teatrale che parte proprio dal verbo “rubare” e scava tutto intorno a 360 gradi, per scardinare stereotipi e sollevare interrogativi guardando contemporaneamente al fumetto, all'action movie e alla tragicommedia di casa nostra.
L'appuntamento è per venerdì 4 novembre 2011 al teatro Filarmonico Comunale di Piove di Sacco (Pd): un debutto che rappresenta al contempo una anticipazione fuori abbonamento della stagione piovese e che vuole essere un tributo alla città. Proprio qui nel 2002 è nata Barabao Teatro, costituita da un gruppo di attori professionisti diplomati all’Accademia di Teatro Integrato Internazionale di Roma: un gruppo piovese doc oggi apprezzato dalla critica nazionale, ma anche compagnia rivelazione nel 2010 con Aspettando Ercole, che in un anno ha totalizzato più di trenta repliche in tutto il Veneto.
Sotto i riflettori piovesi debutta dunque “VII: non rubare”, per la regia di Matteo Destro con Mirco Trevisan, Romina Ranzato, Cristina Catto e Ivan Di Noia. Un titolo “biblico” che trae ispirazione da una storia vera, il furto di un miliardo di dollari in diamanti messo a segno nel 2003 da una banda di italiani. Da qui si parte per cercare e raccontare altre storie: chi ruba? In quante forme e per quante ragioni si ruba? Chi non ruba mai, non ruba mai?
Ladri di soldi o di gioielli, ma anche d'amore, di identità o di innocenza. Diabolici Lupin, scaltri Robin Hood, criminali invisibili così come banditi inconsapevoli: una banda di ladri dai tratti “fumetteschi” e dall'umanità assortita alza il sipario su tutte le sfumature del verbo rubare, attraverso un'indagine sottile che sfiora anche temi di attualità, come il sistema bancario e la finanza globale di cui qualcuno tira le fila restando nell'ombra e garantendoci “il migliore dei mondi possibili”.
Un'analisi sferzante, che sul palco prende il ritmo di un action movie d'Oltreoceano e il gusto agrodolce della tragicommedia all'italiana. Protagonisti ladri che sembrano disegnati come i cartoon tra occhialoni, parrucche e brillantina. L'abile mascheraio Matteo Destro prosegue infatti il percorso di attualizzazione e ricerca di archetipi contemporanei trasformando gli attori stessi in maschere fortemente caratterizzate. E se la scenografia è scarna, in ossequio al metodo Lecoq, sono i corpi e le voci ad aprire spazi e creare mondi attraverso un poliedrico uso della voce: rumoraggi, suoni e canzoni – ad opera dalla sound designer Camilla Ferrari – sono eseguiti rigorosamente live.
Una storia dove tutti rubano, non solo i “ladri”.
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