Teatro

Levaggi e il balletto del teatro di Torino alla Biennale danza di Lione

Levaggi e il balletto del teatro di Torino alla Biennale danza di Lione

Il Balletto del Teatro di Torino diretto da Loredana Furno sarà l’unica compagnia a rappresentare l’Italia alla Biennale di Lione, dove, il grande coreografo Matteo Levaggi, presenterà la creazione inedita ‘Primo Toccare’, in scena al Toboggan di Lione il 17, 18, 19, 20 settembre prossimo.
Lo ha confermato Loredana Furno durante il Civitafestival, la kermesse culturale diretta dal maestro Fabio Galadini,  dove ieri sera la compagnia si è esibita in un metafisico e sublime, nonché applauditissimo, ‘Petrushka’ di Igor Stravinsky. Matteo Levaggi è stato chiamato alla Biennale de la Danse de Lyon su invito dello stesso direttore artistico Guy Darmet e, visto che il tema di questa edizione sarà Retour en avant’,  ‘Primo Toccare’ affronta la tematica della fugacità dell’opera d’arte (con un richiamo iconografico alle Vanitas del Seicento: il teschio e i fiori recisi, ovvero la caducità della vita e della bellezza).
 
“Siamo molto orgogliosi di questo traguardo – ha detto Loredana Furno a Civita Castellana – a Lione saranno presenti 30 compagnie proveniente da tutto il mondo e noi saremo gli unici a rappresentare l’Italia. Così come siamo felicissimi di partecipare a festival di qualità come il Civitafestival data la nostra concezione del ballo. Matteo levaggi è un talento naturale, plasma i suoi ballerini come creta. Penso di poter dire – ha concluso – che mentre gli altri ballerini ballano una coreografia, i nostri ballerini sono la coreografia”.

La creazione ‘Primo Toccare’ nasce dall’incontro del coreografo Levaggi con il duo artistico Corpicrudi (Samantha Stella e Sergio Frazzingaro) che firmano le architetture scenografiche e il relativo concept, in una comune ricerca di un’estetica che vede nell’irreale, nella finzione, l’unica possibilità di rappresentazione. Una coreografia costruita su una sottile tensione di dissolvenze tra “vedere” e “toccare”, immaginare di possedere un oggetto nel momento in cui lo si tocca, e proprio in quel “primo toccare. Tra staticità e mutabilità, si susseguono ensembles, trii e duetti elaborati sulla base del materiale tecnico classico, ma che si spingono in un campo d’azione fortemente contemporaneo.