Teatro

MARIO CAVAGLIERI

MARIO CAVAGLIERI

Mario Cavaglieri (1887/1969) è stato un pittore di raro edonismo, attratto dall'intrinseca eleganza dei salotti mondani. Vittorio Sgarbi, curatore della mostra e del catalogo, lo definisce “il D'Annunzio della pittura” per l'incanto letterario dei suoi dipinti, dove stoffe, cappelli, arredi, orologi, sono resi con opulenza barocca e sembrano affiorare dalle pagine dei romanzi dannunziani. Il suo percorso artistico è interamente documentato, dagli esordi a Padova insieme a Felice Casorati alla grande stagione delle Biennali di Venezia che lo consacrarono, fino agli anni del suo ritiro nella campagna francese. Le opere dei primi soggiorni a Parigi risentono dell'intima ricercatezza degli interni di Vuillard e Bonnard e degli accordi coloristici di Matisse; invece, quando si trasferisce a Payloubère, il pittore, ormai lontano dalla mondanità, dipinge e disegna la campagna, gli alberi in fiore, la sua dimora, fondendo luci, colori e paesaggio come l'amico ferrarese De Pisis. Costante è la padronanza tecnica e materica di Cavaglieri, capace di rendere in maniera quasi tattile arredi e paesaggi, usando quella che Roberto Longhi ha definito “una tavolozza ricca di colori primordiali”. Questi colori selvaggi, con cui racconta di belle donne e di salotti alla moda, si confrontano per la prima volta, nella natìa Rovigo, con i toni più morbidi delle tele in cui descrive la pacata bellezza della natura. Rimangono centrali nel suo percorso artistico le immagini di un mondo sofisticato, sensuale e decadente: il “Giulietta” dell'Accademia dei Condordi rodigina, “La sala disabitata” della Fondazione Roberto Longhi, “Romanticismo”, “Conversazione” e “Lo studio di pittura” di collezione privata, i tantissimi ritratti di persone e di interni. Rovigo, Palazzo Roverelli, fino al primo luglio 2007, tutti i giorni (tranne i lunedì non festivi) dalle 9 alle 19 (sabato chiusura ore 23), ingresso euro 9,00, catalogo Allemandi Editore, infoline 0425.21530-26270, sito internet www.anonimatalentisrl.it. Milano, Palazzo Reale, fino all'11 novembre 2007