Teatro

Marsciano, la stagione parte con Ayckbourn

Marsciano, la stagione parte con Ayckbourn

Il Teatro Stabile dell’Umbria e il Comune di Marsciano anche quest’anno organizzano insieme la Stagione di Prosa del Teatro Concordia che s’inaugura martedì 20 novembre con un classico del teatro comico, rappresentato in tutto il mondo con grande successo, NATALE IN CUCINA di Alan Ayckbourn, con Marianella Laszlo, Gianfranco Candia, Maria Laura Rioda, Barbara Porta, Dario Biancone, Angelo Zampieri, per la regia Giovanni Lombardo Radice, il pubblico, travolto dalla intelligente lucidità del testo, potrà sbirciare dal buio della sala nella vita di tre coppie di coniugi attraverso una serie di equivoci e contrattempi di sfrenata comicità.
Mercoledì 19 dicembre la Compagnia Arca Azzurra Teatro presenta DECAMERONE amori e sghignazzi, diretto e adattato daUgo Chiti. Gli sghignazzi delle beffe, i travestimenti, le doppiezze divertite al limite dell’iconoclastia, gli amori assoluti, i sacrifici estremi, la tragicità solenne degli innamoramenti contrastati o negati diventano materia drammaturgia e gioco squisitamente teatrale. Tutti, uomini e donne, in quella grandiosa commedia umana che è il Decamerone, si muovono passando dal comico al tragico con lussureggiante invettiva.
Mercoledì 16 gennaio è prevista una trasferta a Perugia al Teatro Morlacchi per la nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria MOBY DICK, uno spettacolo di particolare interesse e fascino, tratto dall’avvincente romanzo di Herman Melville.
Nei panni del protagonista un grande mattatore della scena, un uomo che da sempre incarna il mito del primo attore, Giorgio Albertazzi, che per la prima volta, dopo averne apprezzato i lavori, incontra Antonio Latella come regista, insieme a una numerosa e affiatata compagnia di attori.
Martedì 12 febbraio va in scena L'ISTRUTTORIA, con la regia Ninni Bruschetta, la storia degli atti del processo sulla morte di Giuseppe Fava, assassinato davanti all’ingresso del Teatro Stabile di Catania il 5 gennaio 1984. Duecentotrentaquattro udienze, duecentosessanta testi ascoltati, seimila pagine di verbali… Uno spettacolo per narrare tutta la ferocia della mafia, l’oltraggio irrisolto della sua violenza, la viltà dei complici. E soprattutto la rabbia dei sopravvissuti.
Lunedì 3 marzo Maurizio Micheli è il protagonista de IL CONTRABBASSO di Patrick Süskind, un brillante, maniacale, assurdo, teatralissimo testo, che prende le forme di una confessione nevrotica condita dalle descrizioni delle gerarchie orchestrali, dei rapporti tra gli strumenti musicali in continua competizione tra di loro per eseguire il famoso Quintetto della trota di Schubert. Con Il contrabbasso si ride, con un retrogusto amaro, che spinge a meditare sulla sorte dell’uomo di oggi, smarrito e confuso in un mondo sovraffollato e caotico, incapace di gridare il proprio dolore e la propria infelicità.
Lunedì 10 marzo è la volta di una commedia dalla travolgente comicità ANFITRIONE di Molière che ha il suo culmine nella varietà di toni dei numerosi faccia-faccia tra gli Dei e gli uomini, e che, pur divertendosi ad ammiccare in modo neppure troppo velato agli amori che nel 1668 erano in corso alla corte di Luigi XIV, assume per virtù artistica valenze universali, capaci di risultare contemporanee in ogni tempo.
Martedì 1 aprile la Stagione si chiude con il bellissimo testo di Bertolt Brecht L’ANIMA BUONA DI SEZUAN, per la regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi.
Nella capitale del Sezuan giungono tre dèi, in pellegrinaggio attraverso il paese alla ricerca di qualche anima buona. Ne trovano una nella persona della prostituta Shen Te, che accorda loro ricovero per la notte, e il compenso per tale atto di bontà è mille dollari d’argento, somma che permette a Shen Te di aprire una tabaccheria e smettere di prostituirsi. Ma al dono si accompagna il comandamento di continuare ad essere buona, e così la povera Shen Te si ritrova subito addosso uno sciame di parassiti...

Le atmosfere, le suggestioni e i suoni di questo spettacolo sono quelli di una Sardegna che impariamo a conoscere, uno scrigno misterioso e ammaliante come certa sua musica che diventa poesia.