Giorgione così sublime e inafferabile rivive in tutta la sua magnificenza in quel di Castelfranco Veneto, la sua città natale, sede della Casa Museo Giorgione dove fino all'11 aprile è aperta la ricca esposizione di opere provenienti da tutta Europa. la Le celebrazioni in onore dell' artista, a 500 anni dalla sua morte, permettono la visione di alcuni dei suoi capolavori ottenuti in prestito da importanti sedi museali, operazione per nulla semplice in quanto sono opere quasi inamovibili.
Si tratta di degno riconoscimento ad un pittore definito a ragione “un'icona del Rinascimento”, enigmatico e misterioso nel sfuggire ad una catalogazione definitiva, abituato com'era a non firmare o datare le sue opere, e forse per questo ancor più affascinante nel difficile se non impossibile tentativo, di ricostruire una sua biografia certa.
L'attribuzione e lo svelamento dei significati racchiusi in molte delle sue opere, raramente raggiunge l'unanimità nei giudizi degli storici dell'arte. La sua città conserva uno dei suoi più importanti capolavori, la famosa Pala di Castelfranco nel duomo e uno dei rari affreschi attribuiti con certezza alla mano del pittore: “Il Fregio della Arti Liberali e Meccaniche”. Il merito principale del suo talento è quello di attribuire a Giorgione una svolta rivoluzionaria nella storia della pittura, grazie all'uso inedito del colore, alla creazione di un rapporto tra uomo e natura che assume una valenza mai vista prima. La sua breve carriera interrotta da una morte precoce lascia un segno indelebile sul proseguo dell'evoluzione artistica, influenzando le generazioni future. Definito uno dei protagonisti della “maniera moderna” nell'arte del dipingere.
La mostra di eccezionale portata culturale si sviluppa su più ambiti scientifici, storici e artistici, ben valorizzata nell'allestimento anche se soffre un po' per gli spazi angusti delle sale. La parte iniziale offre una documentazione del territorio veneto che ruota intorno alla genesi artistica di Giorgione, i documenti delle commissioni pubbliche, le incisioni delle opere perdute.
Segue la sezione delle opere autografe partendo da quelle restanti del suo periodo iniziale, “Il Saturno in esilio” (definito anche “Omaggio a un poeta”) proveniente dalla National Gallery di Londra, e mai esposto prima in Italia, le due tavole degli Uffizi con “Mosè e Salomone”, la “Madonna col Bambino” dell'Eremitage, le due tavolette dei Musei Civici di Padova. Oltre la sala dove è visibile l'affresco del Fregio dove sono raffigurati oggetti in suo all'astrologia, la terza sezione raccoglie i ritratti.
Le “Tre età dell'uomo” proveniente da Palazzo Pitti di Firenze, dove è evidente l'ammirazione per Leonardo, che suscita in Giorgione un nuovo gusto nella concezione ritrattistica e l'attenzione per la resa psicologica, “l'Arciere” della National Gallery di Edimburgo, il “Doppio ritratto” di Palazzo Venezia in Roma, “L'Alabardiere” proveniente da Vienna. Il capitolo successivo esalta il tema del paesaggio che trova in Giorgione il primo fautore, dove campeggia il suo capolavoro la “Tempesta” in prestito dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia, di una bellezza assoluta, e il “Tramonto” della National Gallery di Londra.
La mostra vuole anche essere un contenitore culturale dove confrontare tesi diversificate sull'attribuzione di alcune opere come la “Sacra contemplazione” su cui si discute se sia di Giorgione o Sebastiano del Piombo, o il “Portacroce di San Rocco” attrbuito a Giorgione o Tiziano. Non per niente la sezione è intitolata Sfide. Ma la sfida più importante è stata già vinta da Castelfranco che ha riportato a casa il suo più illustre figlio.
Museo Casa del Giorgione, Castelfranco Veneto.
Fino all'11 aprile 2010 dalle ore 9.00 alle ore 19.00
Teatro