Teatro

Napoli, con le 'guarattelle' alla riscoperta delle radici.

Napoli, con le 'guarattelle' alla riscoperta delle radici.

Il teatro e, nello specifico, il teatro di figura è indubbiamente una delle forme d’arte più idonee a veicolare l’attenzione dei più giovani sull’ampio e vivo repertorio di voci, immagini e suoni che, spesso ignorato dai più, soprattutto nelle tecnocratiche società contemporanee, raccoglie e rappesenta, invece, i tratti caratteristici e propri del gruppo etnico e sociale d’appartenenza, quei tratti cioè che, a prescindere dal grado di consapevolezza del singolo individuo, condizionano strutturalmente le sue scelte e i suoi comportamenti più consuetudinari. Partendo quindi da consimile assunto teorico, Atrocom Onlus Campania in collaborazione con la compagnia di guarattelle “Madriluna”, propone da circa un anno in alcuni comuni della regione Campania il progetto “Guarattellando” che, concepito da alcuni ricercatori e studiosi di antropologia culturale in seno alla cattedra di Museografia antropologica e multimedialità e film e documentario etnografico e sociale del Prof. Alberto Baldi dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” , si preoccupa di coinvolgere i più giovani e in età, ovviamente, scolare, in un’azione tendenzialmente funzionale a creare un corto circuito sorprendentemente proficuo tra espressione libera della creatività soggettiva e riscoperta di un patrimonio socio-culturale che, verificabilmente radicato nel territorio, chiede di esser restituito ad un immaginario collettivo che voglia acquisire, come certamente è d’uopo, una più esatta cognizione di sé e delle sue stesse potenzialità evocative e comunicative. In tale prospettiva, particolarmente suggestiva consta essere l’idea di definire dei percorsi di studio/gioco che, partendo da un lavoro spiccatamente filologico, teso a ricostruire segmenti di memoria collettiva, anche attraverso l’analisi delle maschere e delle tradizioni locali ad esse in qualche modo connesse, si propone, poi, di amplificare le potenzialità creative dei bambini, guidandoli didatticamente in veri e propri momenti ludici e d’apprendimento, momenti durante i quali i giovanissimi fruitori del progetto potenzieranno le capacità di ascolto e di memoria, svilupperanno la manualità e la creatività in relazione alla sperimentazione degli elementi costitutivi tipici del teatro di figura, redigeranno delle storie a partire dal semenzaio di spunti offerti dalla tradizione e si racconteranno attraverso la stesura della fiaba e si affiateranno, infine, al tal punto da costiture una piccola compagnia-equipe di lavoro in grado di rappresentare quanto interiorizzato, di giocare con il proprio corpo, di dare voce e tonalità ai suoni, di guidare la gestualità. L’esito conclusivo del progetto, cioè la messinscena, non sarà, allora, soltanto il prezioso prodotto conclusivo di questo complesso lavoro di “repechage” culturale, quanto il punto d’avvio di un modo più sano ed armonico di relazionarsi al contesto socio-ambientale del luogo in cui si vive, luogo di cui ciascun giovanissimo cittadino sarà chiamato a difendere, valorizzare e promuovere i valori precipui, valori che avrà riconosciuto, innanzitutto, come parte integrante della propria stessa tensione creativa, oggetto di uno sguardo più lucido e lungimirante sia su un passato, troppo spesso ingiustamente obliato, sia su un futuro, incomprensibilmente decontestualizzato e deprivato di una fondata memoria.