Mito e teatro dell'assurdo: due universi apparentemente agli antipodi si "contaminano" nel "Prometeo" in scena fino al 7 aprile al Teatro Libero di Milano. Nei panni dell'eroe tragico raccontato da Eschilo un'attrice (Monica Bonomi), che gioca sulle assonanze del personaggio classico con la figura di Winnie, protagonista di "Giorni felici" di Samuel Beckett. Entrambi costretti all'immobilità, simbolo della tragedia di un'umanità che si trova ad espiare una sofferenza incomprensibile, Prometeo e Winnie svelano attinenze sorprendenti. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Teatri Possibili, ha debuttato in prima nazionale. L'intervista al regista Amedeo Romeo.
Da dove nasce l'idea di "fondere" Eschilo e Beckett?
Sono partito da un'immagine: quella di due personaggi della storia del teatro, Prometeo e Winnie, che restano immobili dall'inizio alla fine. Per Beckett, in particolare, la posizione nello spazio dei personaggi spesso dice molto di più di quello che fanno e la rinuncia all'azione è un'immagine emblematica della condizione umana.
Prometeo e Winnie, cosa lega questi personaggi?
La condanna di Prometeo, ancor più di essere inchiodato, è quella di essere costretto - lui che è un dio - a percepire e vivere il tempo degli esseri umani. Tutti i giorni un avvoltoio gli divora il fegato che poi ricresce, aspetta una fine che non arriva mai. In questo è simile ai personaggi di Beckett: "E adesso che facciamo?" dice Estragone in "Aspettando Godot".
Cosa unisce, secondo te, il mito e il teatro classico al teatro dell'assurdo di Beckett?
Beckett è il più classico degli autori del '900. Come avviene nella tragedia classica, i suoi personaggi si annunciano subito per come sono e non hanno uno sviluppo dall'inizio alla fine. Ho cercato di rileggere la tragedia greca, che è imperniata sulla trascendenza, attraverso l'ottica del '900, un'epoca dove la trascendenza non è presente e anche il gesto più eroico diventa grottesco.
Prometeo è una figura eroica, dove sta l'eroismo di Winnie?
L'eroismo di Winnie è quello del quotidiano. La sua pena più grande è quella di lavarsi i denti tutti i giorni. La ripetizione infinita diventa la sua tragedia, anche se la vita va avanti ugualmente: a questo proposito, vorrei trasmettere attraverso questo spettacolo anche una certa leggerezza. Winnie, anche nella sua condizione, vive e sente il continuo bisogno di parlare, di raccontare. E anche in questo è simile al personaggio di Prometeo.
Come è nata la scelta di far interpretare Prometeo a un'attrice?
Credo che una donna sia maggiormente in grado di rappresentare l'umanità nel suo complesso perché ha in sè la capacità di generare, è meno conflittuale rispetto all'uomo. Storicamente è sempre stata la donna a rinunciare, a sacrificare se stessa per la famiglia e in questo c'è una componente di sofferenza che emerge nei personaggi che rappresentiamo in questo spettacolo.
Come avete costruito lo spettacolo?
L'avevo in testa da circa un anno. All'inizio c'è stata una stretta collaborazione con la scenografa Francesca Marsella che ha realizzato maschere e costumi ispirandosi alle tecniche del teatro classico e ai volti dei personaggi beckettiani. E' seguito un lavoro sul testo, dove ho cercato di far dialogare le parole di Eschilo e di Beckett più dal punto di vista musicale che logico. Per questo ho utilizzato poesie, filastrocche e testi narrativi di Beckett anche poco noti. Le prove sono durate un mese.
Porterete lo spettacolo in tournée?
Per quest'anno resteremo a Milano, l'anno prossimo vedremo di far circolare lo spettacolo.
INFORMAZIONI
PROMETEO - o dei giorni felici
da Eschilo
regia di Amedeo Romeo
Dal 21 marzo al 7 aprile
Compagnia Teatri Possibili
Teatro Libero
ia Savona 10, Milano
prenotazioni: tel. 028323126
Fonte: Tgcom
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