Anticipando i temi all’ordine del giorno della mobilitazione nazionale a difesa del diritto alla cultura promossa per il 12 novembre da Federculture e da Anci con il sostegno del Fai, Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano e presidente di Platea, l’associazione che raggruppa i teatri stabili italiani, afferma:
«Il caso Pompei apre, tristemente, le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo. Si tocca con mano l’effetto di decenni di trascuratezza e – incredibile – decenni in cui non si è saputo o voluto investire le risorse disponibili sia del nostro Paese sia dell’Unione europea. Insomma, il frastuono del crollo di Pompei ha rotto il silenzio sulla mancata responsabilità di investire e di gestire le risorse per la cultura. Voglio richiamare alla responsabilità le forze politiche, maggioranza e opposizione, su un altro crollo che rischia di sfigurare in modo irreversibile il nostro Paese: quello di tutte le attività dello spettacolo dal vivo. In queste ore di definizione della Finanziaria se il Fus non fosse riportato almeno ai livelli minimali del 2010, se la giusta indignazione si limitasse solo a Pompei, il Paese sarebbe condannato a un “frastornante silenzio” della cultura che ci isolerebbe dall’Europa».