Teatro

A Trento Il mare in tasca' di César Brie

A Trento Il mare in tasca' di César Brie

E' a  Trento in questi giorni, l'attore e regista argentino César Brie, ospite di Spazio 14. Lo vedremo impegnato dapprima in un seminario rivolto ad attori e registi e successivamente protagonista dello spettacolo “Il mare in tasca”.  È certamente un onore avere nella nostra città uno degli artisti più importanti e riconosciuti della scena mondiale, tanto che ogni sua calata in Italia è un evento celebrato con spettacoli, conferenze e seminari in tutta la penisola. Regista, attore, autore teatrale argentino e cosmopolita, Brie è sulla scena dagli anni ' 70 quando, in fuga dalla dittatura, approdò alla Milano aspra e dura delle lotte politiche per fondarvi il collettivo teatrale Tupac Amaru e poi l' avventura civile e culturale della Comuna Baires.

Successivamente fu fra le colonne dell' Odin Teatret con Eugenio Barba. Ma il suo bisogno di usare il teatro come strumento civile e di far nascere i suoi lavori da una continua, impietosa indagine di sé e del mondo, lo spinse ancora via e nei primi anni ' 90 lo portò a Sucre, in Bolivia, il paese più povero e insanguinato dell' America latina, a fondare il Teatro de los Andes, un villaggio-compagnia diventato presto laboratorio artistico e politico per le lotte campesine, osservare le trasformazioni sociali e dar vita a spettacoli indimenticabili come le sue letture speculari sull' epica, "Iliade", vista in Italia nel 2000, riflessione sulla violenza e la guerra, e la straordinaria meditazione sul destino dei migranti in "Odissea" in scena da noi nel 2009. Impossibile etichettare la sua arte, che affianca la presenza fisica - un uso spettacolare del corpo - straordinaria organizzazione della scena, sperimentazione e inchiesta, ma soprattutto che nasce dalla condivisione dei destini di coloro di cui si occupa. Con dolore, con ironia e senza sconti, Brie si avventa sulla realtà senza sottrarsi alle conseguenze che a volte la sua lucidità comporta, come nel caso del documentario da lui realizzato un anno fa sul massacro di contadini del 2008 nel Pando in Bolivia che, oltre a quelle dei proprietari terrieri e dei loro squadroni della morte, gli alienò anche le simpatie del governo boliviano.

Il tema di questo spettacolo é l’amore. Il personaggio é un prete. L’azione si sviluppa nella stanza del prete dietro la sagrestia. Il tema permette all’autore di rivedere la sua esistenza ed il prete permette all’attore di dialogare con Dio, nel quale non crede. Il pubblico fittizio, rappresentato sulla scena, permette al sacerdote di rivolgersi al pubblico reale senza confonderlo con il suo gregge.

Il personaggio del prete esiste affinché si accetti la sua irrealtá. Non si tratta di credere nella verità della scena ma nella verità della finzione. Un attore é un uomo che scolpisce un altro uomo tra gli uomini. La sua falsa autobiografia ha interrogato la vostra biografia?
Su questo argomento l’autore e l’attore sono gli unici che non possono aprire bocca.

Sono nato e cresciuto in un paese cattolico:l’Argentina.
Mi sono allontanato dalla chiesa a sedici anni ma ho potuto riflettere su questo rifiuto soltanto molti anni dopo, quando sono stato in grado di rivedere il mio passato.
La religione allora rappresentava una via, un tragitto di azioni sociali e spirituali che affermavano la mia fede, la diffondevano e mi inducevano a comportarmi secondo le sue regole e ad osservare il mondo attraverso di esse.
Nell’ abbandonare la religione, avevo coscienza di dover percorrere un’ altra strada. Mi sono dedicato al teatro e ho formato parte di quel movimento teatrale in cui il lavoro artistico si mescolava all’impegno sociale.
Non sono religioso ma non ho messo una pietra sopra le mie esperienze dell’infanzia e della adolescenza.
Così, oggi, davanti ad un bivio nel mio cammino nel teatro, trovo una tonaca appesa ad un albero. La tonaca è quella di un prete Il bivio é la mia scelta di tornare a vivere e lavorare in America Latina, una terra così ricca da esportare caffè, mais, calciatori, scienziati, artisti, e così povera da non riuscire a tenerseli. L’albero dal quale pende la tonaca rappresenta questi anni di lavoro ostinato e di esilio volontario. I suoi frutti non sono soltanto le mie opere. Sono anche i miei errori, quello che ho distrutto, le fatiche inutili.
Sono il primo a stupirsi: i miei fallimenti hanno germogliato. Con quella tonaca e questi frutti ho costruito quest’opera.

César Brie

LIVE ACT – BLACK BOX
stagioni di teatro contemporaneo
BIGLIETTI: Ingresso con tessera TS14 > intero 10 € :: ridotto normale e per scuole di teatro, danza 8 € :: ridotto allievi Spazio14 6 € :: ridotto studenti dell’Università di Trento 3 € (Carta dello Studente)

Tutti gli spettacoli sono alle ore 20.45 presso SPAZIO14, via Vannetti 14 – TRENTO

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: TEATRO SPAZIO14 | via Vannetti 14 | Trento tel. 0461 261958 | cell. 346 6050763 | spazio14@gmail.com |