Sogni d’amore secondo Wagner, di un Wagner autobiografico, tormentato dalla passione per Mathilde Wesendonk, che affida i propri brividi al Tristano e Isotta, opera anomala nel suo universo artistico. Tristano va in scena al Teatro Regio domani alle 19, un’ora prima dell’ormai consueto orario di stagione, e a trent’anni dalla prima apparizione torinese. Il poema dell’amore per eccellenza, dei sentimenti forti come l’odio, l’attrazione erotica e lo sdegno trovano nell’allestimento scenografico dell’Opera di Los Angeles la loro massima espressione.
Al Regio, come già vent’anni fa a Los Angeles, scene e costumi sono di David Hockney, un maestro della Pop Art che si fa coinvolgere da Wagner fino a penetrare i cromatismi più puri della sua musica. Così la nave con cui Tristano conduce Isotta dall’Irlanda alla Cornovaglia si trasforma in un battello fiabesco ricco di sfumature coloristiche in cui il rosso, il bluette, il verde, il giallo dominano la scena, la rendono luminosa, quasi il luogo in cui si forma e si consuma un sogno.
Perché questo intrecciarsi di cromatismi musicali e pittorici? Lo chiediamo al direttore d’orchestra tedesco Stefan Anton Reck, vincitore nell’85 del «Concorso Toscanini» e subito dopo del «Marinuzzi». Cultore del repertorio wagneriano, Reck per la prima volta dirige un allestimento tutto suo, in piena collaborazione con il regista americano Stephen Pickover, che riprende la regia di Jonathan Miller, e con il light designer Andrea Anfossi. Risponde il direttore: «Lavorare al Tristano con questa orchestra, provare per 15 giorni significa purificarsi, dimenticare la routine che purtroppo si fa in Germania e Austria, dove al massimo fai due giorni di prove senza riuscire a lasciare un’impronta. L’Orchestra del Regio non suonava il Tristano da trent’anni. Ho trovato giovani musicisti motivati, decisi a comprendere in fondo lo spirito di Wagner. Ciò mi permette di curare il fraseggio e gli equilibri musicali della partitura».
La scenografia di David Hockney rende ancor più gioiosa e sospesa la musica di Wagner. «Ha subito compreso che il Wagner rivoluzionario, la straordinaria bellezza dell'armonia, la sofferenza, l’amore, il desiderio di spiritualità universale, gli imponevano di sorreggere con i colori della tavolozza i cromatismi armonici presenti nel "viaggio" di Wagner. Sono felice di questa impronta pittorica anche perché io stesso dipingo. Amo l’impressionismo, il colore, la materia viva. Dipingo grandi quadri che non incornicioperché le tele hanno una loro vita libera».
Eppure la musica del Tristano è talmente coinvolgente che si potrebbe rappresentare senza cantanti e senza scene… «Herbert von Karajan allestiva il Tristano in bianco e nero ed erano edizioni bellissime, ma le scene di Hockney ci fanno rivivere il sogno dell'innamorato Wagner. Pare musica impressionistica. Soprattutto il secondo atto è un Master degno di un grande pittore dell'impressionismo francese. Wagner sentiva il bisogno di staccare con la tradizione, di imporre a sé e agli altri una musica rigenerante. Un po' come fece Beethoven, allorché per rilassarsi dagli isterismi della Quinta Sinfonia, scrisse la bucolica Pastorale».
Nel Tristano e Isotta ci sarà un cast di specialisti del Nord Europa: Il tenore britannico John Treleaven nei panni di Tristano, il soprano danese Eva Johansson nel ruolo di Isotta, il basso viennese Kurt Rydl, il baritono Albert Dohmen che interpreterà la parte di Kurwenal, il mezzosoprano Lioba Braun che sarà Brangane. Maestro del Coro Claudio Maria Moretti.
Fonte: La Stampa
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