Lirica
CAVALLERIA RUSTICANA / PAGLIACCI

Due regie al femminile per “Cavalleria e “Pagliacci” al Comunale di Bologna

Cavalleria rusticana
Cavalleria rusticana © Andrea Ranzi

Dopo aver viaggiato in molti teatri, dal circuito lombardo su su fino a Bolzano, la Cavalleria rusticana rivisitata da Emma Dante torna nella sala che la battezzò, il Teatro Comunale di Bologna.

Dopo aver viaggiato in molti teatri, dal circuito lombardo su su fino a Bolzano, la Cavalleria rusticana rivisitata da Emma Dante torna nella sala che la battezzò, il Teatro Comunale di Bologna. Stavolta non con La voix humaine, ma insieme alla sua “sorella siamese”, cioè Pagliacci di Leoncavallo curata da Serena Sinigaglia. Accoppiata superclassica, designata a chiudere la stagione lirica 2019 con un'inusuale caratteristica, quella di due regie firmate al femminile.

Comune ad entrambe la presenza sul podio di Frédéric Chaslin. Il quale, in verità, pur disimpegnandosi a dovere nei due lavori, non pare tuttavia esorbitare dal solco di una solida professionalità: la sua è una direzione diligente e ben rifinita strumentalmente, accondiscendente nei confronti dei cantanti, ma nell'insieme alquanto impersonale. E priva di slancio, di passionalità, degli indispensabili guizzi teatrali.

Due regie al femminile

Il lavoro della Dante, lontano da ogni oleografia, è ora ripreso da Gianni Marras. Niente fichi d'india, niente zagare, niente coppole: i severi, castigati costumi di Vanessa Sonnino sembrano palesati di lutto, la scenografia di Carmine Maringola nega quasi ogni rimando folklorico, lasciando intorno ai protagonisti, nei momenti cruciali, un vuoto angoscioso. Unici colpi di colore stagliantisi su sfondi neri, il nervoso sfarfallio di cromatici ventagli, o le impennacchiate cavalline (umane) del carretto di Alfio. Fortemente scolpita è la gestualità richiesta agli interpreti, minimi i movimenti del coro; l'opera inizia e termina con l'evocazione della sacre rappresentazioni, cui la folla nondimeno resta estranea: la dolente salita al Calvario di un Cristo nero, il Cireneo, il Centurione, la Madonna con le Pie Donne che alla fine s'accostano a Mamma Lucia, unite a struggersi per un figlio perduto, in un palese richiamo al Compianto di Nicolò Dall'Arca.

Serena Sinigaglia decide di attenersi a soluzioni più ortodosse: cala il suo Pagliacci in un arioso territorio agreste, invaso dalla chiassosa compagnia circense di Canio, fra campi di grano falciato da affaticati mietitori. Lo dobbiamo a Maria Spiazzi, che vi erige un piccolo palco per la sua esibizione, mentre i bei costumi di Carla Teti rimandano ad un'ambientazione squisitamente popolare, creando un insieme senz'altro gradito all'occhio dello spettatore. Quanto al coté registico, si è presi subito dal ritmo spedito e vivace impresso alla storia, dalla intensità interpretativa sollecitata ad ognuno, nell'ambito di una drammaticità incalzante e convulsa ma senza eccessi da grand guignol.

Gelosia di lei, gelosia di lui

Due drammi di gelosia, declinata prima al femminile e poi al maschile. Troviamo in essi il secondo cast, quello che vede la compresenza di un tenore generoso, appassionato e pieno di slancio - Angelo Villari - impegnato come Turiddu prima, e Canio poi. Due ruoli dal temperamento violente ed esplosivo, resi con incisività e la giusta dose di veemenza. Presenza comune pure quella di una solida e completa personalità baritonale – parliamo di Stefano Meo – ben calata nei panni di Alfio e Taddeo, resi con le appropriate sfumature caratteriali e musicali.

In Cavalleria, Sonia Ganassi è una Santuzza ineccepibile quanto a condotta vocale, ma troppo caricata e torva come personaggio; Alessia Nadin una Lola incolore, e priva di consistenza; Agostina Smimmero una becera Mamma Lucia. In Pagliacci, Carmen Solis è una Nedda dalla personalità ardente, e dalla vocalità intensa e lucente; Marco Puggioni rende compiutamente le due figure di Beppe ed Arlecchino; Vincenzo Nizzardo è un buon Silvio.
Sia l'Orchestra, sia il Coro del Comunale – voci bianche comprese - hanno svolto egregiamente il loro compito in queste affollatissime recite di fine d'anno.

Visto il 19-12-2019
al Comunale - Sala Bibiena di Bologna (BO)