Prosa
L'ANIMA BUONA DEL SEZUAN

Un’anima buona tra lirismo e poesia

L’anima buona del Sezuan
L’anima buona del Sezuan

Elena Bucci, nella sua regia, sceglie la chiave della poesia per rappresentare questa realtà e, pur rispettando i canoni brechtiani dello straniamento e della recitazione antinaturalistica, costruisce scene di un lirismo struggente.

L’anima buona del Sezuan di Bertolt Brecht è un testo in cui l’impegno politico e civile del drammaturgo tedesco viene stemperato da una forte componente lirica, sapientemente esaltata da Elena Bucci e Marco Sgrosso, protagonisti dell’allestimento che ha inaugurato la stagione del Centro Teatrale Bresciano, con la regia della stessa Bucci.

Su un palcoscenico in cui il tempo viene scandito da un disco di metallo, che secondo l’illuminazione gialla o bianca è sole o luna, si svolge la storia della prostituta Shen-Te. La ragazza, in premio per la sua ospitalità, riceve dagli dei una somma per poter cambiare vita, con il vincolo però di continuare a praticare la bontà. Questo la obbligherà a inventarsi il suo alter ego, il cinico e avido cugino Shui-Ta per riuscire a tenere a bada l’orda dei questuanti che vorranno approfittare della sua generosità.
Tutti i personaggi sono caratterizzati sulla scena da una maschera, che rimanda all’antica tradizione della commedia dell’arte, e che allo stesso tempo rappresenta quella maschera dietro alla quale la gente nasconde la propria ipocrisia. Se infatti Shen-Te arriva addirittura a sdoppiarsi in un altro personaggio, sono molti quelli che hanno una doppia faccia, a partire dall’aviatore Sun, che la vorrebbe sposare non per amore ma semplicemente per ottenere i soldi per tornare a volare. E questo vale per tutti gli altri: nessuno si muove senza un preciso interesse nei confronti di chi invece agisce solo in buona fede.

Tra straniamento e lirismo

Elena Bucci, nella sua regia, sceglie la chiave della poesia per rappresentare questa realtà e, pur rispettando i canoni brechtiani dello straniamento e della recitazione antinaturalistica, costruisce scene di un lirismo struggente. Ad esempio il primo incontro tra Shen-Te e Sun, nel quale, nonostante i due attori indossino la maschera, ogni singola emozione arriva direttamente al pubblico; oppure nella scena del matrimonio, risolta In modo tanto semplice quanto efficace, grazie ad un velo di tulle che ricopre tutti i presenti e ma che trasmette in pieno l’essenza dell’evento.

Lo spettacolo è impreziosito anche dalle luci di Loredana Oddone e dalle musiche eseguite dal vivo da Christian Ravaglioli che, oltre ad accompagnare le canzoni che l’autore ha inserito nel testo, creano una drammaturgia sonora che si fonde con la recitazione, creando effetti di grande suggestione.
I due protagonisti sono perfetti nell'interpretare due ruoli antitetici tra loro: la generosa Shen-te e l’avido Shui-ta per Elena Bucci, ed il commovente acquaiolo ed il gretto aviatore per Marco Sgrosso, ed i momenti in cui condividono il palcoscenico sono momenti di grande teatro. Al loro fianco un cast affiatato costituito da Maurizio Cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovita e Marta Pizzigallo che, raddoppiandosi o triplicandosi i ruoli, danno vita ad un brulicante e variegato microcosmo di caratteri.

Visto il 28-10-2018
al Sociale di Brescia (BS)