Prosa
VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA

Tra parola e musica, parte il viaggio (teatrale) al centro della Terra

Graziano Piazza
Graziano Piazza © Masiar Pasquali

Elisabetta Pozzi e Daniele D’Angelo, hanno firmato per il Centro Teatrale Bresciano regia, drammaturgia e musiche del “fantastico” Viaggio al centro della terra di Jules Verne, ottimamente interpretato da Graziano Piazza.

Da oltre vent’anni Elisabetta Pozzi ed il marito, il musicista Daniele D’Angelo, hanno intrapreso un percorso teatrale che ha portato alla realizzazione di spettacoli basati sullo stretto rapporto tra parola e musica. Dopo aver affrontato autori quali Christa Wolf (Medea), Iannis Ritsos (Fedra, Elena), Claudio Magris (Lei dunque capirà), i due artisti hanno firmato per il Centro Teatrale Bresciano regia, drammaturgia e musiche del “fantastico” Viaggio al centro della terra di Jules Verne, ottimamente interpretato da Graziano Piazza.

Viaggio iniziatico

Il giovane Axel, costretto a seguire e il visionario zio Lindenbrock in un’impresa apparentemente impossibile (raggiungere il centro della terra passando per una grotta che si trova in Islanda), intraprenderà un viaggio iniziatico che attraverso l’oscurità, la paura e la perdita di riferimenti, lo trasformerà da ragazzo scettico e passivo a uomo.

La non facile sfida di portare su di un palcoscenico le oltre 400 pagine e le suggestive immagini che vengono evocate all’interno del romanzo è stata vinta grazie ad una felice alchimia tra scenografia, regia, recitazione e musica. La scelta di rinunciare a videoproiezioni ed effetti speciali, e di ambientare la vicenda all’interno di una scenografia, disegnata da Matteo Patrucco, che ricorda le vecchie quinte dipinte del teatro della prima metà del ‘900, si fonde benissimo con questa visione favolistica che rievoca la lettura un libro “d’altri tempi”.

Potenza immaginifica del teatro

Vera protagonista dello spettacolo è infatti la potenza immaginifica del teatro che, grazie ai giochi di luce firmati da Cesare Agoni ed a metamorfosi legate all’uso degli oggetti, riesce a rendere viva e coinvolgente quella che altrimenti sarebbe una semplice declamazione di un romanzo.
Lo spazio scenico è infatti dominato dalla poltrona rossa in stile chester dello studio di Axel che, nel corso dello spettacolo, diventa la nave che lo porta da Amburgo all’Islanda, o il macigno che ostacola la strada agli esploratori nell’ultima tappa del loro viaggio, costringendoli ad usare il “fulmicotone” per passare oltre. Ma sono molti i momenti che vengono risolti in modo tanto semplice quanto efficace, quale ad esempio l’unico incontro tra Axel e la fidanzata Grauben, evocata da una mano che spunta dall’ombra – quella di Nicola Pighetti, direttore e servo di scena- che lascia cadere dei petali rossi.

Graziano Piazza regala una grande prova d’attore, toccando con divertita ironia molteplici registri espressivi: dallo scetticismo iniziale, alla meraviglia, alla paura, allo sconforto e sposando perfettamente la sua recitazione con le efficaci musiche di Daniele D’Angelo, che non sono mai mero tappeto sonoro ma svolgono un ruolo attivo, sia descrivendo, sia amplificando l’emozione di quanto ci viene raccontato sulla scena.
Uno spettacolo piccolo ma prezioso, salutato al termine da applausi calorosi.

Visto il 28-11-2019