Partendo dall’assunto che è sempre un’operazione encomiabile e costruttiva quella funzionale ad offrirci l’opportunità di partecipare ad un’esperienza artistica vocata a coniugarsi con l’impegno sociale e con l’approfondimento di questioni che riguardano non solo singoli gruppi umani o comunità, ma l’intera società civile nel suo corretto ed autonomo autodeterminarsi, “12 baci sulla bocca” di Mario Gelardi si ripropone l’obiettivo, ancora più gravido di sollecitazioni, di assimilare il fenomeno, ohimè sempre attuale, dell’omofobia, ad una sorta di indagine in sedicesimi delle scaturigini politico-sociali delle derive violentemente sessiste ed eteropatriarcali radicate nel nostro territorio, in particolar modo in quello più degradato e periferico.
Così, delinquenza, camorra, fascismo, ignoranza e omofobia diventano aspetti diversi di una medesima mentalità, suggerendoci ora che l’urgenza di preservare la memoria di un passato abbastanza recente è fondamentale al fine di mantenere alta la guardia rispetto a dinamiche di insolente ed arrogante prevaricazione sociale, ora rammentando a tutte le persone omosessuali, e soprattutto alle associazioni (spesso più attente alla visibilità politica che all’azione culturale), di non abdicare mai alla propria dignità, alla propria libertà ed alla legittima richiesta di rispetto e riconoscibilità.
La messinscena, curata con sobrietà e misura da Giuseppe Miale Di Mauro, presenta il verificabile pregio di arrivare in maniera diretta agli spettatori, coinvolgendoli in un plot narrativo dal ritmo sostenuto e dall’impostazione giustamente popolare che, rinunciando a qualsiasi eccessiva intellettualizzazione dell’argomento, mira a commuovere e scuotere le coscienze, grazie all’interpretazione intensa di Stefano Meglio, superlativo nel ruolo del mazziere fascista, e a quella dell’ottimo Francesco Di Leva che, già applaudito protagonista di “Gomorra”, torna sulla scena confrontandosi con un ruolo che, proprio in quanto diametralmente opposto da quelli solitamente interpretati, ne conferma il talento, rivelando al contempo una certa apprezzabile maturazione artistica.