60 anni e non sentirli. Per questo speciale compleanno i Legnanesi hanno fatto le cose in grande: un vero greatest hits delle scene più memorabili, nella cornice dell'indimenticato teatro di rivista e dei suoi fasti. E fastose sono anche le scelte qualitative: a questo giro Enrico Dalceri e i suoi lustrini si superano, con costumi favolosi e apparati scenografici pregevoli (i bouquet di rose rosse lasciano senza fiato).
100 secondi di storia: a sipario ancora chiuso, ecco la sfilata di amarcord, tra foto di ieri e foto di oggi. Cambiano gli attori, restano i protagonisti. E resta il cortile, piccolo mondo antico, vero liquido amniotico della famiglia Colombo e della banda di Pinette, Carmele e Mistiche. Greatest hits, ma con una certa continuità logica tra i vari sketches. Si parte con un ritorno: dall'America arriva la Filippa, la sorella della Teresa. Tra affetti perduti ed esuberanza yankee, forse "Il ritorno della Filippa" è la gag meno riuscita: sovraffollamento in scena e sovrapporsi di voci, rendono la situazione troppo caotica, creando un limite per lo spettatore che fatica parecchio a restare sintonizzato.
Va molto meglio con il secondo sketch, che vede il povero Giovanni in fin di vita all'ospedale (coma etilico, c'era da chiederlo?). E qui, doppia ghiottissima occasione per la Teresa: si libera del marito e può anche venderne gli organi per 30.000 euro. Ma gira e rigira, il Giovanni la sfanga e tant'è... la vita della famiglia Colombo continua. Com'è giusto che sia. Riuscita scenica equilibrata e scorrevole (pochi personaggi e tempi corretti), battute sagaci, arguzie e facezie, con la Carmela fantastica protagonista di una ricetta milanese (gli oss bus), ovviamente da lei rivista e corretta. Estasi culinaria a parte, la scelta di parlare di cucina si rivela vincente e aggregante, con ottima presa sul pubblico.
Terzo sketch ambientato al Teatro alla Scala di Milano, dove la Teresa è nientemeno che Presidentessa d'Italia. Arabi, petrolio, conti da pagare; la Teresa non ci sta e rimpalla i problemi ad Arcore, tra telefonate di Stato (e non solo) con Berlusconi. Ma il Teatro alla Scala equivale a cultura e la Mabilia si bea nel raccontare la storia di Otello ai genitori con inevitabili e spassose boutades.
Da snellire in alcuni punti - il solito limite degli spettacoli di tre ore - questa "Rivistona" celebrativa comunque piace e delizia. Il successo deriva da un'idea semplice, ma realizzata in modo eccellente. Che è poi la perifrasi che identifica i Legnanesi, ormai i veri protagonisti della storia... della porta accanto.
Milano, Teatro Smeraldo
29 dicembre 2008
Visto il
al
San Luigi
di Concorezzo
(MI)