Stasera, come tra vecchi amici, ci si racconta tanto con le parole (le note), quanto coi silenzi (le pause). Ed è così, semplicemente nell’incessante intervallarsi di attimi tra il suono di ora e quello di poi, che prendono ritmo musica e spettacolo.
Beppe Gambetta, con il suo Acoustic Night 17 – The Fathers, accompagna il pubblico alla ricerca delle origini e delle evoluzioni di un genere, il bluegrass, che molto deve e molto ha dato al country e al blues, ma anche alla musica popolare e al gospel.
L’esplorazione, l’inquietudine, la malinconia.
Ciascuno dei prestigiosi ospiti dell’impeccabile padrone di casa pare voler portare in scena una tessera di questo prezioso mosaico, avendo cura di rivestirla e di ornarla anche con la sua sapiente interpretazione personale.
Pat Flynn mette in primo piano, attraverso il vivace virtuosismo e la voce grintosa, la voglia di sorprendere ed esplorare. Bryan Sutton, poco più che quarantenne eppure già largamente riconosciuto come uno dei “nuovi padri” del genere, pare invece raccontare, dell’esploratore, il sentimento di malinconica inquietudine: incapace di trovar davvero casa, preso come è dalla continua ricerca di se stesso. Un’interpretazione ancor più riflessiva e accorata arriva dai brani delicati di David Grier, in cui ciascuna nota sembra animata da una nuova variazione, come ogni ricordo, ripercorrendo una lunga giornata, da una più ricca e consapevole sfumatura.
Cosa è, cosa sarà
C’è spazio, nel finale, anche per un’incursione in territorio più propriamente country, con una maestosa interpretazione di “You’re gonna make me lonesome when you go”, ovvero “mi sentirò solo quando te ne andrai”, di Bob Dylan. Anche attraverso testo e musica di questo pezzo, si sta come sospesi tra il gioioso entusiasmo di un nuovo amore e l’agrodolce sapore di un futuro distacco, di una nuova, sofferta partenza.
Ma forse i migliori racconti sono proprio quelli che non hanno una fine o, se proprio devono averla, sanno sorriderne. Così lo spettacolo di stasera si chiude con una freddura in musica. Un viaggiatore, perduto, chiede consiglio a un contadino: «Ma dove va questa strada?» «Da quando vivo qui, non si è mai mossa».
Chissà dove porta, la strada della musica che sa emozionare, ben ancorata alle sue salde radici: stasera però, non c’è dubbio, vale la pena percorrerla.