La compagnia di Manuela Ruggiero presenta un originale lavoro su uno dei personaggi musicali più amati e discussi degli anni ’40. Si rivive il problema di quell’epoca: a lei che era nera, in un mondo di bianchi, pur essendo un’interprete bravissima, come si sente dai suoi dischi, non fu sufficiente porre tutto il suo dolore, la sua storia, la sua vita nella musica.
Billie Holiday, in fin di vita, ripercorrendo la sua tormentata esistenza, apre il cuore al suo unico grande amore Luis, cercando un riscatto con la consapevolezza di chi ha inseguito un sogno falso: non erano le Cadillac e le pellicce che avrebbe voluto – confessa nel finale la protagonista – ma conoscere l’amore di un marito, vivere l’amore di madre di famiglia, cantare in libertà e non con la sensazione di fare un torto a qualcuno.
Ma ancora una volta prima di essere donna è Lady Day! Raccoglie così le ultime energie proprio per assecondare il suo destino e dar vita all’ultima performance, congedandosi al mondo come Lady Day.
Il linguaggio è talvolta un po’ crudo, come del resto sono forti i temi trattatati, efficaci le imprecazioni che l’autrice ha deciso di mantenere in lingua originale.
Gli arrangiamenti delle canzoni di Lady Day, sono a cura di bravissimi musicisti quali Manuel Bandettini, David Giacobini, Sandro Mambella, Antonio Del Sordo, Andrea Colella, Marco Tocilj, in scena insieme alla protagonista ad animare questo dialogo che è in realtà solo un monologo… o forse una conversazione tra lei e la musica.
Roma, Teatro dell’Orologio – Sala Orfeo, 16 Ottobre 2007
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(RM)