Protagonista della commedia è Bianca Capra (già il nome dovrebbe essere tutto un programma), una donna che ha passato la trentina e non potendone più dei suoi problemi coniugali, decide di farla finita e buttarsi dall’undicesimo piano del palazzo in cui si trova lo studio della sua psicologa.
La scena si svolge tutta su un cornicione e si apre con Bianca che racconta le sue disavventure. Questa apertura lascia subito perplessi: la protagonista non sembra quasi recitare, non prova neanche per un istante a convincerci che si vuole buttare e racconta la sua storia col tono della vicina di casa che si incontra per le scale e parla dei fatti suoi.
Così il testo, che non sarebbe niente male, in quest’eccesso di “spontaneità”, perde efficacia e tante battute passano inosservate. Ma ci si può passare sopra: tutto sommato durante la prima parte dello spettacolo si fa presto l’abitudine alla qualità mediocre dell’interpretazione e con atteggiamento più rilassato, ci si lascia coinvolgere dalla trama divertente e originale.
La seconda parte, però, non riesce proprio a salvarsi. Le battute e l’intreccio diventano più scontati e piatti, la vecchia trovata del carabiniere gay che fa sempre ridere non è sfruttata al massimo delle sue potenzialità (sempre a causa dell’interpretazione un po’ tentennante), il diversivo delle confessioni della psicologa pseudo-cenerentola non è particolarmente originale ma, ahimé, è reso ancora peggio da un personaggio che, per riuscire, doveva essere caratterizzato al massimo.
Il momento clue della storia, in cui tanti nodi vengono al pettine e si svelano una serie si coincidenze, si perde in uno scambio di battute tra Bianca e la psicologa che assume ancora i toni delle “quattro chiacchiere” tra due conoscenti e invece che a teatro sembra di essere al Grande Fratello.
Per concludere in bellezza, ci si mette l’ultimo personaggio che entra in scena, la moglie-donna-di-successo-snob, in crisi col marito avvocato, che dovrebbe fare la parte dell’antipatica maniaca del controllo ma non regge e infondo non risulta né simpatica né antipatica.
Insomma, una commedia che potrebbe far morire dalle risate ma per un motivo o per un altro non ci riesce.
Dal 1 al 27 Novembre, Teatro De’ Servi, Roma
Visto il
al
De' Servi
di Roma
(RM)