Lirica
ADRIANA LECOUVREUR

Torino, teatro Regio, “Adrian…

Torino, teatro Regio, “Adrian…
Torino, teatro Regio, “Adriana Lecouvreur” di Francesco Cilea ADRIANA TRADIZIONALE ED EMOZIONANTE La stagione del Regio di Torino si è chiusa con l'Adriana Lecouvreur nell’allestimento del San Carlo di Napoli, che mette in luce un'opera moderna e attuale, ma nello stesso tempo legata alla tradizione. Adriana fu composta da Cilea in seguito alle sollecitazioni dell’editore Sonzogno, che si riproponeva di ripetere il successo dell’Arlesiana. Il libretto fu affidato ad Arturo Colautti, sulla cresta dell’onda per la recente, fortunata, collaborazione con Giordano per Fedora. Ispirandosi a personaggi storici filtrati attraverso la commedia di Scribe e Legouvé, Colautti realizzò un libretto complesso, il cui intreccio è reso ancor più intricato dai tagli cui Cilea, in un secondo momento, sottopose l’opera. Adriana, andata in scena per la prima volta a Milano nel 1902, rappresenta perfettamente le tendenze del teatro musicale italiano di quel periodo, nel quale influssi dell’opera francese del secondo Ottocento si sovrappongono al modello del Verdi maturo. L’attuale produzione è qualitativamente notevole. Gli interpreti hanno valorizzato la regia di Lorenzo Mariani, che, pur non presentando particolari originalità o sfarzo, ha il merito di non distrarre lo spettatore e di non sminuire la vicenda. Le scene di Nicola Rubertelli, in un colore nero predominante, hanno saputo – nella loro semplicità – dare respiro ai cantanti, senza venire meno alla gradevolezza scenica e al riferimento epocale, grazie anche ai bei costumi di Luisa Spinatelli. Straordinario veicolo espressivo per primedonne di grandi capacità drammatiche, il ruolo del titolo è stato interpretato da Micaela Carosi che, al suo debutto nel ruolo, ha cercato – riuscendoci - di sovrapporre il suo temperamento drammatico a quello della prorompente personalità della protagonista. La Carosi ha dimostrato di essere pienamente nella parte, dando prova di voce corposa, registro centrale potente, acuti voluminosi e sicuri. Un’ottima interpretazione, soprattutto in L’umile ancella e in Poveri fiori. Il tenore Marcelo Álvarez ha interpretato il ruolo di Maurizio di Sassonia, sforzandosi d’interpretare con cura la parte: belle mezzevoci, recitazione composta, acuti pieni e un canto veramente passionale. Il ruolo del direttore Michonnet è stato ricoperto da Alfonso Antoniozzi; Michonnet è un personaggio difficile, spesso visto come un perdente: Antoniozzi ne ha colto il lato malinconico e la nobiltà d’animo con un'ottima interpretazione vocale e scenica. Molto brava Marianne Cornetti (Principessa di Bouillon); voce imponente, elegante e autorevole, acuti molto sicuri e ottima presenza scenica, spiccando notevolmente nelle scene di rabbia. Memorabile il duetto con Adriana nel secondo atto. Da segnalare, fra i comprimari Simone Del Savio (Principe di Bouillon) e Luca Casalin (Abate di Chazeuil). Con loro Antonella De Chiara (Madamigella Jouvenot), Patrizia Porzio (Madamigella Dangeville), Carlo Bosi (Poisson), Diego Matamoros (Quinault), Giuseppe Milani (Maggiordomo). Renato Palumbo ha diretto l’orchestra del Regio a volte ha dato l’idea di ridondanza e sonorità eccessive. Buono l'apporto del coro del teatro preparato da Claudio Fenoglio. Meno convincenti i balletti con coreografia di Michele Merola, noiosi e piuttosto banali. Il pubblico torinese ha riempito il teatro e ha dimostrato di aver apprezzato notevolmente l’opera, con ovazioni ai protagonisti. Visto a Torino, teatro Regio, il 05 giugno 2009 Mirko Bertolini
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al Regio di Torino (TO)