Prosa
AFFARI DI CUORE

Un raffinato "AFFARI DI CUORE"

Un raffinato "AFFARI DI CUORE"

Tratta dall’adattamento che Colette Freedman ha fatto di The Affair, romanzo feuilleton di Anna Dillon, la pièce vede all’opera come regista  Chiara Noschese attenta a rendere vivace e affascinante quello che a primo acchito può sembrare il classico ménage a tre tra moglie, marito e amante, ahimè non certo tramontato nella realtà e come tale meritevole comunque di riflessioni.
E queste non mancano di certo grazie al particolare taglio psicologico dato dalla regia alla storia che si articola nella confessione alternata di tre solitudini che raramente interloquiscono tra loro: molto incisiva la scenografia essenziale suddivisa in tre spazi in cui ciascuno dei protagonisti si apre al pubblico mettendo a nudo anima, sentimenti e passioni analizzati, scavati, studiati e confessati agli altri e resi così più chiari a se stessi.
Emergono tre sofferenze diverse dovute alla peculiarità dei singoli caratteri ben messi in luce dall’abilità dei tre protagonisti.
Caterina, la moglie che - dopo avere creato insieme al marito l’agenzia pubblicitaria in cui lavorano insieme si stacca inconsapevolmente dal coniuge e a malincuore dall’attività a vantaggio di una sana crescita dei due pargoli - subodora, intuisce e trova la traccia del tradimento, è interpretata in modo fresco e sicuro dall’ottima, equilibrata e profondamente umana Mariangela D’Abbraccio capace di trasmettere in modo esemplare e ironico prese di coscienza e problematiche.
Stefania, una volitiva, intelligente ed entusiasta donna in carriera, è ben resa dalla poliedrica Chiara Noschese non solo attrice, ma come si è detto regista abile nel non creare cadute di tono e di stile tenendo sempre alto livello dell’attenzione e ritmo serrato con una perfetta scansione dei tempi.
E vicino a due pezzi da novanta come le due ottime attrici gravita in modo convincente Pino Quartullo nei panni di Roberto volto come molti maschi a realizzarsi nel lavoro anche se non è quello sognato, ma indeciso e insicuro nella vita privata.
Un piacevolissimo spettacolo - capace di scavare nelle coscienze - che coinvolge e non stanca ed è connotato da colori quali rosso, nero e grigio a simboleggiare passione, sofferenza e apatia che si intersecano con la velocità di vite vissute e raccontate con brio.

Visto il 24-04-2013
al Nuovo di Milano (MI)