Musical e varietà
AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA

Aggiungi un posto a tavola: 'Vintage' d'attualità

Aggiungi un posto a tavola: 'Vintage' d'attualità

Inaugurazione della stagione 2010 – 2011 al teatro Pirandello di Agrigento, dopo le accese polemiche dovute agli ingenti tagli dei finanziamenti sia statali che regionali alla fondazione teatrale. Nonostante il budget ridottissimo ad Agrigento è stato allestito un cartellone dignitoso con un debutto di grande rispetto e richiamo: la commedia musicale Aggiungi un posto a tavola della premiata coppia Garinei & Giovannini.
Nell’attuale quinta edizione curata dal teatro Sistina, di quest’opera, scritta in collaborazione con Iaia Fiastri e ripresa dal romanzo "After me the deluge" di David Forrest, tutto (o quasi) è ritornato all’originale: la regia iniziale dei due autori ripresa da Johnny Dorelli, le scene e i costumi di Giulio Coltellacci, le coreografie di Gino Landi e le musiche, negli arrangiamenti molto ‘fedeli’ alle composizioni originale di Armando Trovajoli.
Avevamo visto la prima edizione di Aggiungi un posto a tavola in televisione, trentacinque anni fa, quando il teatro per la TV era spettacolo di prima serata, e non come adesso idiotamente (neologismo esplicativo) relegato in orari da sonnambuli e guardie notturne. E oggi la memoria è tornata a quegli anni, grazie ai bravi interpreti che non hanno fatto rimpiangere né Paolo Panelli né Bice Valori, né Christy (al secolo Maria Cristina Brancucci) né Daniela Goggi. Perché si sono dimostrati divertenti e convincenti i giovani Marco Simeoli, Valentina Cenni e Titta Graziano, per non dire delle eccellenti interpretazioni di Enzo Garinei (dopo l’edizione del 2002, un ritorno nella parte il suo) e della spumeggiante Marisa Laurito. Un discorso a parte merita Gianluca Guidi e magari più approfondito.
Trama semplice ma profonda come di solito ci regalano Pietro Garinei e Sandro Giovannini: un prete di paese riceve da Dio l’ordine di costruire un’arca per salvare la piccola popolazione dal secondo diluvio universale. A questa macro vicenda si intrecciano le micro storie personali: di Clementina (una frizzante Valentina Cenni) innamorata del parroco, di Toto (Marco Simeoli è davvero di grande simpatia) anima ‘innocente’ che scopre le delizie dell’amore grazie a due miracoli: del Signore e della prostituta Consolazione (una Marisa Laurito perfettamente a suo agio nella recitazione ma anche nel canto).
Ma l’anticlericale, finché non si tratta di affari, sindaco Crispino ostacola in ogni modo l’opera di don Silvestro e pur di impedire che l’arca salpi con tutti i suoi concittadini, si allea con il cardinale che intende bloccare l’empietà di quel modesto parroco di villaggio. Agli ordini del cardinale tutti i parrocchiani di don Silvestro quindi, pur sotto il diluvio, abbandonano il natante appena ultimato. Solo Clementina resta sull’arca accanto al suo ‘amato’ parroco. A quel punto don Silvestro non se la sente di abbandonare al loro destino tutti i suoi amici e le persone care e decide di scendere dall’arca, costringendo il suo buon Dio a sospendere il diluvio.
Tutti infine si ritrovano a tavola, una mensa a cui hanno aggiunto una sedia vuota per l’eventuale amico in più. Sul quella seggiola una colomba bianca plana fra le note della canzone leitmotiv e gli scroscianti applausi del pubblico.
Un pubblico soddisfatto, allegro, plaudente per svariati minuti, che ha più volte richiamato i protagonisti di questo eccellente e fedele allestimento.
Avevamo promesso di parlare a parte di Gianluca Guidi. Un’interpretazione intensa la sua, priva di alcuna pecca sia nella recitazione e sia nell’intonazione delle bellissime canzoni Aggiungi un posto a tavola, Peccato che sia peccato, Notte da non dormire, L'amore secondo me. Ma sicuramente non sarà stato facile per lui recitare e cantare nel ruolo che fu di suo padre (e che padre!) e nello spettacolo diretto dalla stesso Johnny Dorelli. In certi momenti rivedevamo il genitore e non più lui: stessa intonazione, stesse cadenze recitative, stessi atteggiamenti e stessi ammiccamenti. L’unico debito non reso alla pari al famoso padre e attuale regista è stato quello dell’ironia accattivante del miglior Dorelli.
E allora ci sorge un dubbio: questa grande rassomiglianza artistica è frutto del DNA o di una rinuncia/pretesa di attore/regista e figlio/padre? Ma questa forse è una domanda più da psicologo che da appassionato di teatro. E per l’appassionato di teatro quel che conta è che Gianluca Guidi ha recitato bene e ha cantato benissimo… E questo ci è bastato.

Foto di scena di Diego Romeo
 

Visto il 09-12-2010
al Pirandello di Agrigento (AG)