Modena, teatro Comunale, “Agrippina” di G. F. Händel
AGRIPPINA IN MANO AI GIOVANI
Il XII Festival musicale Estense di Modena, che ha ben meritato il premio Abbiati come migliore iniziativa della stagione, ha degnamente festeggiato l’anno di G. F. Händel (250 dalla morte) mettendo in scena la prima opera giunta a noi completa del compositore: Agrippina, che tra l’altro vide la luce a Venezia esattamente 300 anni fa, nell'ottobre 1709.
Questo nuovo allestimento (unica data italiana) è un progetto di Michael Chance, uno dei più importanti contraltisti contemporanei ed esperti di canto barocco, e vede la collaborazione del Conservatorio Reale dell’Aja e il patrocinio dell’Ambasciata del Regno Olandese. Infatti il cast e l’orchestra sono stati selezionati tra gli studenti specialisti (già professionisti nei maggiori teatri) del Conservatorio Reale, uno dei migliori al mondo. Dopo audizioni rigorose i cantanti sono stati guidati dall’equipe artistica formata da Floris Visser, basso, insegnante presso il Conservatorio e direttore di scena e il giovane direttore d’orchestra Hernán Schvartzman. Secondo Chance, infatti, “quando gli studenti vengono coinvolti in un progetto grande e ambizioso, le loro menti si aprono a svariate possibilità e... possono valutare i benefici di un’intensa collaborazione”.
Agrippina è un’opera unica nel suo genere, rappresenta la conclusione e il culmine del lungo soggiorno in Italia di Händel e il suo grande successo segnò un primo punto fermo nell’ascesa dell’ancora giovane compositore. La storia romana qui rappresentata non è – come in autori suoi contemporanei – un campo di virtù morali e sentimentali da cui trarre esempio; è il luogo dell’ambizione, delle astuzie, degli intrighi di chi persegue unicamente e cinicamente i propri scopi immediati. La regia di Visser ha reso perfettamente questo intreccio, insistendo molto sul rapporto morboso e incestuoso di Nerone e Agrippina, accentuando la virilità e la brama di potere dell'imperatore, caratterizzato come un uomo debole nelle mani della madre. La regia è risultata agile e di impatto emotivo, sobria (forse un po’ troppo), ma centrante in pieno i sentimenti e i caratteri dei personaggi. Le stesse scene minimali non sfigurano e rendono bene le varie situazioni dell’opera. Unica nota dolente i costumi di Fer Smid, i quali, tendendo ad attualizzare l'opera, ne trascurano la corrispondenza storico/filologica, creando un ibrido senza contestualizzazione e in cui le parole del libretto non hanno più nessun valore (Nerone nudo in balia della madre, Agrippina in guepiere in stile sado-maso..).
Il cast molto giovane risentiva un po’ di acerbità nelle voci, anche se nel complesso si è rivelato buono. Chance, per questa Agrippina, ha voluto che i ruoli maschili, nati per castrati, non fossero (come ormai è abitudine) rivestiti da donne, ma da controtenori e tra questi si è segnalato Riccardo Strano: con voce cristallina, pulita, armoniosa, ben impostata e con begli acuti ha rivestito egregiamente il ruolo di un Nerone efebico, dallo sguardo languido e perverso ma dal carattere debole. L’Agrippina del soprano Aylin Sezer ha avuto grande presenza scenica, bella voce ma debole. Poppea è stata la brava Stephanie True, con acuti puliti e sicuri. Il controtenore Jan Kullman, nel ruolo di Ottone, ha dimostrato voce sicura e chiara anche negli acuti. Achim Hoffmann ha interpretato Claudio, ma la voce si è rivelata carente nel registro grave. Pallante è stato David Greco, voce adatta certamente per il repertorio barocco, così pure Iason Marmaras in Lesbo, che difettava però di fraseggio e padronanza della lingua. Completava il cast Santiago Cumplido. Un efebico e angelico Ivan Schauvliege ha danzato decorosamente nella parte di Amore.
Il maestro Hernán Schvartzman, molto giovane, ha diretto con perizia in un Teatro quasi pieno, anche se l’opera barocca fa fatica a entrare nelle orecchie e nel cuore degli emiliani, innamorati del melodramma.
Visto a Modena, teatro Comunale, il 03 novembre 2009
Mirko Bertolini
Visto il
al
Comunale Luciano Pavarotti
di Modena
(MO)