Lirica
AIDA

la prima Aida

la prima Aida

Meritorio ci è parso il ricostruire le scene e i costumi della prima Aida, in scena all'Arena nel 1913, dando vita a uno spettacolo dal sapore oleografico con emozioni documentaristiche. L'Egitto è quello immaginato dopo le esplorazioni archeologiche ottocentesche,  un luogo dove non mancano obelischi, sfingi, palme e colonne ricoperte di geroglifici. Gli elementi scenici, spostati, creano gli spazi necessari allo svolgersi dell'azione, affidata alla regia di Gianfranco de Bosio, che segue lo scorrere della narrazione, enfatizzando movimenti di braccia e mani che possano rivelare anche agli spettatori più lontani i sentimenti in modo visibile e immediato. Le coreografie di Susanna Egri accompagnano perfettamente lo spettacolo, suscitando applausi a scena aperta sia coi moretti che nel trionfo. Trionfo in perfetto stile areniano, con un numero impressionante di comparse e quattro cavalli bianchi che accennano inchini al pubblico e al faraone.

Daniel Oren dirige col consueto vigore la partitura, mantenendo tempi stretti e controllando il suono in tutte le sezioni. Con ampie bracciate si rende visibile anche ai numerosi coristi schierati sul palco, preparati da Giovanni Andreoli e ai complessi orchestrali di palcoscenico, bene udibili dalle gradinate sul fondo. Oren non cerca il lato intimistico della partitura ma privilegia il momento del trionfo come centro della rappresentazione (il pubblico areniano è dalla sua parte).

Micaela Carosi è un'Aida di grande fascino e ieratica presenza: principessa, senza dubbi, mai schiava nel contegno; da subito la voce rivela qualche difficoltà nell'acuto e una certa oscillazione, compensate dalla bellezza del timbro, ma il terzo atto la mette alle corde. Marco Berti ha sostituito l'annunciato Fabio Armiliato con voce piena e robusta, usata muscolarmente per arrivare in ogni punto dell'Arena. Giovanna Casolla affronta Amneris con la sua grande esperienza. Molto bravo l'Amonasro di Alberto Gazale dall'aspetto rasta con pelliccia di leopardo addosso: nel terzo atto propone diversi accenti, che esprimono bene i sentimenti del ruolo. Bene, nei ruoli di contorno, Carlo Striuli (il Re) e Giacomo Prestia (Ramfis). Completavano la locandina Enzo Peroni (messaggero) e Antonella Trevisan (sacerdotessa), con una flessuosa Myrna Kamara prima ballerina ospite.

Arena esaurita, il secondo atto è stato interrotto due volte per pioggia ma lo spettacolo si è poi regolarmente concluso, tardissimo. Pubblico entusiasta, al punto da ritmare la marcia del trionfo di Radames con le mani come fosse quella di Radetzky al concerto di capodanno.

Visto il
al Arena di Verona (VR)