Lirica
AIDA 1913

Aida storica a Verona: scene e colori dell'Egitto ritrovato

Aida
Aida © Foto Ennevi

Un super classico, anzi il primo dei classici (detiene il record delle repliche in Arena) l'Aida ritorna all'Arena di Verona con la ricostruzione dell'edizione immaginata nel 1913.

Un super classico, anzi il primo dei classici (detiene il record delle repliche in Arena: abbiamo assistito alla serata numero 708) l'Aida ritorna all'Arena di Verona con la ricostruzione dell'edizione immaginata nel 1913 con le scene di Ettore Fagiuoli; la regia è di Gianfranco De Bosio, che nel 1982 ha rimesso in piedi basandosi sui bozzetti e sulle fotografie dell’epoca, rinvenuti nella Bibilioteca dell’Opera di Parigi, mente sul podio troviamo Francesco Ivan Ciampa.

La scoperta d'Egitto

Lo sguardo insomma è quello occidentale dell'epoca in cui Howad Carter cominciava a disvelare i sepolcri dei Ramses nello splendore della Valle dei Re, soltanto quarantadue anni dopo la prima rappresentazione pensata per celebrare l'apertura del canale di Suez: si stava formando l'immaginario collettivo fra sfingi, colonne, palmizi e pareti colorate; qui torna anche un elemento come il prezioso baldacchino ad arricchire scene già maestosamente concepite fra messe sceniche e cavalli, come quella del trionfo e degli squilli delle famose trombe egizie, ormai stabilmente presenti, va detto, anche in edizioni assai più moderne e meno opulente (cosa di cui c'è assolutamente da felicitarsi).

Armoniosa risulta anche la concezione architettonica che include nella struttura l'abbraccio delle gradinate dell'Arena, uno spazio scenico da sfruttare per le sue notevoli potenzialità, così come i semoventi e i componibili che forniscono l'ambiente alla narrazione, grazie anche al disegno luci di Paolo Mazzon. Un'armonia grazie alla quale si risolvono con misura e finanche eleganza situazioni altrove spesso inclini alla tracimazione kitsch.

Non può dirsi altrettanto invece di una certa concezione del gesto scenico che è propria di alcuni cantanti che concedendosi subitaneamente e con eccessiva frequenza all'applauso, con movenze e inchini che perfino invitano il pubblico, sottraggono infine pathos all'azione: cosa pensare del duello tanto sofferto quanto aspro fra Aida e Amneris, se subito dopo si risolve con un doppio inchino, una chiamata di applauso e perfino un'uscita mano nella mano...?

Musica di qua, opera di là

Francesco Ivan Ciampa affronta l'edizione con scelte che non condividiamo, a partire dai suoi pianissimi (perfino sulle parti danzate) sormontati poi da toni molto forti, con sequenze antecedenti/conseguenti dall'eccessiva e incoerente velocizzazione; i suoi repentini passaggi di tempo (vedi il Trionfo), dallo scarso sapore verdiano, non mettevano a loro agio i cantanti. Legni e ottoni non si distinguevano abbastanza, e le sezioni si univano senza far emergere la precisione della partitura.

Maria José Siri è un'Aida molto poco aggraziata e si distingue soprattutto per la potenza, né la sua tecnica sembra abbastanza amalgamata con la musica Radames (Samuele Simoncini al debutto in Arena) mostra buona estensione e resa ritmica, pronto al dialogo e all'interazione con l'orchestra. L’Amneris di Violeta Urmana è sicuramente la migliore apparizione, una resa autorevole e drammatica sempre altamente in tensione, oltre alle sue capacità espressive e che ben evidenzia.

Molto belle le coreografie di Susanna Egri, in cui spicca la prima ballerina Eleana Andreoudi con una presenza di grandissima resa, ed ottimo il coro diretto da Vito Lombardi.

Visto il 09-08-2019
al Arena di Verona (VR)