Lirica
AIDA

Verona, Arena, “Aida” di Giu…

Verona, Arena, “Aida” di  Giu…
Verona, Arena, “Aida” di Giuseppe Verdi LA PRIMA AIDA RITORNA VINCITRICE La nuova produzione di Aida in scena quest’anno all’Arena è ispirata allo storico allestimento del 1913, il primo spettacolo da rappresentare all’anfiteatro romano concepito da Giovanni Zenatello, ora rielaborato da Gianfranco De Bosio sulla base dei bozzetti originali. Al di là della curiosità o dell’interesse storico l’allestimento funziona per la perfetta integrazione dell’opera nel contesto in cui viene rappresentata, le scene di grande fascino e bellezza restituiscono un Egitto vicino a quello immaginato da Verdi, ma anche a quello che il pubblico contemporaneo si aspetta da Aida. La scenografia s’integra perfettamente nell’Arena fino a fondersi con essa, pietra secolare e finto granito diventano un tutt’uno sotto la luce naturale del crepuscolo e dei sapienti giochi di luce. Obelischi simmetrici, sfingi, colonne policrome dai capitelli a foglia di palma, l’entrata di un palazzo s’innestano con tale armonia nell’anfiteatro che si consegue il massimo della finzione per cui l’Egitto di cartapesta sorto sulle vestigia romane sembra quasi autentico. L’impianto scenico rispetta fedelmente le didascalie del libretto nella collocazione degli elementi, la scenografia è semplice ma efficace, le alte colonne sono elementi modulari che diversamente posizionati cambiano ambienti e prospettive, anche le luci contribuiscono a fare respirare in un gioco di pieni e vuoti la scena e l’arena, valorizzata anziché nascosta, di nuovo protagonista. Nella notte estiva il tempio di Vulcano riceve una luce lunare e liberty, vapori azzurrini si librano poi fra ciuffi di papiri in primo piano per dare spazio alla magia del Nilo sulle note di una musica sensuale evocatrice di effluvi tropicali e convegni amorosi. Suggestivo anche il soffitto del quarto atto, un immenso velo traforato che crea un’architettura del giudizio sospeso sopra l’immancabile tomba dalle imponenti colonne e bassorilievi da cartolina. Centinaia di comparse in costumi sfarzosi e insegne variopinte creano tableaux vivants che sfruttano al meglio lo spazio senza mai affollarlo, ingigantendo e arricchendo la scena di colori e dettagli come nei film kolossal, anche loro” mitici” come l’ Aida della nostra infanzia. Sarà un facile effetto, ma i bagliori delle torce in lento movimento lungo i fianchi dell’Arena a vegliare sull’addio alla vita di Radamés e Aida piacciono ancora. Non degni di nota i balletti amatoriali dalle coreografie sbiadite, solo in parte riscattati da Myrna Kamara, prima ballerina felina e flessuosa. La direzione morbida ed equilibrata di Renato Palumbo ottiene ottimi risultati da orchestra e cantanti, una lettura intimista lontana dall’enfasi che sottolinea le relazioni fra i personaggi e l’ineluttabilità del destino, capace di restituire con tempi lenti e bellezza di suono un po’ insoliti per il teatro all’aperto un esotismo musicale vaporoso e struggente. Micaela Carosi tratteggia un’ Aida complessa e combattuta, appassionata e fiera, in cui la dolce femminilità convive con una sensualità a tratti selvaggia. La voce è flessibile e ricca di sfumature capace di piegarsi alla dolcezza di pianissimi e mezzevoci. Carlo Ventre ha voce piena e un registro acuto sufficientemente solido per reggere il ruolo di Radamés nel rispetto della “ tradizione”. Dopo qualche incertezza iniziale, rivela buone capacità drammatiche. Dolora Zajick ha voce non più omogenea ma ancora possente, adatta a delineare un’Amneris a tinte forti divorata da una passione bruciante. Sempre notevole la capacità di piegare corpo e sguardo a finalità drammatiche. Ottimo Ambrogio Maestri, un Amonasro imponente a livello scenico e dalla giusta vocalità verdiana. Paata Burchuladze è un Ramfis solenne ma dalla vocalità compromessa, mentre Konstantin Gorny è un Re di tutto rispetto. Insomma niente di nuovo, ma lo spettacolo di forte impatto visivo conquista il pubblico: non è questo che si chiede all’Aida all’Arena? Visto a Verona, Arena, il 6 luglio 2008 Ilaria Bellini
Visto il
al Arena di Verona (VR)